Il concetto di conoscenza tacita in Michael Polanyi

Questo articolo è una bozza che va finalizzata, riporta informazioni e conclusioni parziali.

Personal Knowledge: Towards a Post-Critical Philosophy

“Personal Knowledge: Towards a Post-Critical Philosophy” (1958, in italiano La conoscenza personale: verso una filosofia post-critica, 1990) è una delle opere più importanti di Michael Polanyi, un filosofo e scienziato ungherese. Pubblicato nel 1958, il libro esplora le fondamenta della conoscenza e la natura della scienza, offrendo una prospettiva filosofica unica.

Panoramica del Contenuto

1. **Introduzione alla Conoscenza Personale:**
Polanyi inizia il libro introducendo il concetto di “conoscenza personale”. Egli sostiene che la conoscenza scientifica e personale non sono nettamente separate, ma piuttosto interconnesse. La conoscenza personale, secondo Polanyi, è coinvolta in tutte le attività intellettuali, inclusa la scienza.

2. **Conoscenza Tacita:**
Un concetto chiave del libro è la “conoscenza tacita”. Polanyi afferma che parte della nostra conoscenza è implicita, non completamente esprimibile in forma esplicita. Ad esempio, le abilità pratiche, l’intuizione scientifica e l’arte coinvolgono spesso una conoscenza tacita che è difficile da tradurre in termini rigorosamente scientifici o logici.

3. **Individuo e Comunità Scientifica:**
Polanyi esamina la relazione tra l’individuo e la comunità scientifica. Sostiene che la conoscenza scientifica non può essere completamente oggettiva e distante dall’individuo. La visione del mondo e le convinzioni personali di uno scienziato influenzano il processo scientifico.

4. **Libertà e Autorità nella Scienza:**
Polanyi esplora il concetto di libertà nella pratica scientifica e la necessità di un’autorità riconosciuta. Sottolinea l’importanza della fiducia reciproca all’interno della comunità scientifica e come questa fiducia faciliti il progresso scientifico.

5. **Critica del Positivismo e del Riduzionismo:**
Il libro critica il positivismo e il riduzionismo, sostenendo che la realtà scientifica non può essere ridotta a una semplice raccolta di fatti oggettivi. Polanyi afferma che la conoscenza personale e la partecipazione attiva sono essenziali per la costruzione della conoscenza.

6. **Il Ruolo dell’Arte e della Religione:**
Polanyi esplora il ruolo dell’arte e della religione nel contesto della conoscenza personale. Suggerisce che queste sfere offrono una comprensione approfondita della realtà che va oltre le limitazioni di un approccio puramente scientifico.

7. **Filosofia della Scienza Post-Critica:**
Il libro conclude proponendo una filosofia della scienza “post-critica”. Polanyi suggerisce che la conoscenza non può essere completamente oggettiva e distante dall’individuo, ma piuttosto coinvolge una partecipazione personale attiva.

The Tacit Dimension

“The Tacit Dimension” (1966, in italiano La conoscenza inespressa, 1981) è un’opera di Michael Polanyi, filosofo e scienziato ungherese, pubblicato per la prima volta nel 1966. Il libro esplora il concetto di conoscenza tacita e la sua rilevanza in diversi campi, tra cui la scienza, l’arte, la filosofia e la società.

Panoramica del Contenuto

Ecco una panoramica del contenuto chiave del libro.

1. **Introduzione al Concetto di Conoscenza Tacita:**
Polanyi inizia introducendo il concetto di conoscenza tacita come una forma di conoscenza implicita che non può essere completamente espressa in parole o formalizzata. Questa forma di conoscenza è spesso acquisita attraverso l’esperienza pratica e la partecipazione attiva.

2. **Il Ruolo della Conoscenza Tacita nella Scienza:**
Polanyi esplora come la scienza coinvolga un elemento significativo di conoscenza tacita. Gli scienziati spesso si affidano a intuizioni e comprensioni profonde per guidare la loro ricerca, e ciò va oltre la mera raccolta di dati oggettivi.

3. **La Struttura della Conoscenza Personale:**
Il libro delinea la struttura della conoscenza personale e come la conoscenza tacita sia fondamentale per questa struttura. Polanyi argomenta che la conoscenza personale è la base su cui si basa la conoscenza oggettiva.

4. **Conoscenza Tacita nelle Arti e nell’Esperienza Estetica:**
Polanyi estende la sua analisi alla sfera artistica, sottolineando come gli artisti siano spesso guidati da una comprensione tacita delle forme e delle espressioni. La bellezza e l’estetica sono anch’esse intrinsecamente legate alla conoscenza tacita.

5. **Il Concetto di “Indwelling” (Risiedere):**
Polanyi introduce il concetto di “indwelling” per descrivere il modo in cui la conoscenza tacita risiede nelle nostre azioni e nei nostri atteggiamenti. La conoscenza tacita è parte integrante di ciò che siamo e di come ci relazioniamo al mondo.

6. **Il Ruolo della Conoscenza Tacita nella Società e nell’Economia:**
Polanyi esamina come la conoscenza tacita sia cruciale per il funzionamento della società e dell’economia. Le competenze pratiche e le abilità non sempre possono essere completamente esplicitate, ma sono fondamentali per il progresso sociale ed economico.

7. **Critiche e Controversie:**
Il libro affronta anche alcune critiche e controversie associate al concetto di conoscenza tacita, inclusa la sfida di come possa essere misurata o integrata in contesti più formali.

8. **Implicazioni Filosofiche:**
Polanyi discute le implicazioni filosofiche della sua teoria, collegando la conoscenza tacita a concetti come la libertà individuale, l’autorità personale e la responsabilità.

La conoscenza tacita

Sapere che Roma è in Italia è una conoscenza esplicita: può essere raccontata a parole o scritta su carta, e così trasmessa e capita direttamente da un’altra persona. Qui siamo nel campo delle conoscenze.

Poi ci sono cose che sappiamo fare (e qui siamo nel campo del conoscere come fare o, se preferiamo, del saper fare, che è cosa diversa) perché  qualcuno ce le ha spiegate, ad esempio come lavorare a lavorare  maglia. Perciò, se mi ricordo, posso spiegare come lavoro a maglia e insegnarlo a qualcun altro.

Poi ci sono le cose che facciamo ma di cui non possiamo spiegare in modo esplicito perché l’abbiamo fatto, ad esempio abbiamo rifiutato un acquisto sulla base di una intuizione (Ma credo che anche l’intuizione sia spiegabile). Qui però non si tratta di una conoscenza, ma di spiegare le cause di un comportamento.. che è cosa diversa.

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Ci sono invece una serie di cose che siamo in grado di fare ma che non riusciamo a spiegare in che modo lo facciamo: ad esempio parlare una lingua, andare in bicicletta, imparare a memoria una melodia musicale.

Il concetto di “conoscenza tacita” di Michael Polanyi è fondamentale nel suo lavoro e si basa sull’idea che alcune conoscenze non possono essere esplicitamente descritte o trasmesse, ma sono profondamente radicate nelle nostre esperienze personali e nella pratica quotidiana. La conoscenza tacita è implicita, non formalizzata e spesso non consapevole.

Polanyi sostiene che molti aspetti della nostra conoscenza sono taciti e difficili da esprimere verbalmente. Ad esempio, quando impariamo a guidare una bicicletta, acquisiamo una conoscenza tacita del bilanciamento e del movimento che non può essere completamente spiegata con le parole. Lo stesso vale per imparare a ballare, per la calibrazione esatta dei movimenti necessari per guidare una macchina (premere il freno ma senza inchiodare l’auto, sterzare ma senza fare ogni volta una curva a U), oppure prendere una pallina al volo. La conoscenza tacita è spesso acquisita attraverso l’esperienza pratica e la partecipazione attiva.

In questi esempi, ripresi da internet, abbiamo però tutte attività che richiedono l’acquisizione di abilità nei movimenti corporei, cioè è una conoscenza somatica, non si tratta di soli processi cognitivi.

Polanyi ritiene che la conoscenza tacita sia essenziale in molte attività umane, compresa la scienza e l’arte. Ad esempio, gli scienziati spesso si affidano a intuizioni tacite o a una comprensione profonda di un campo per guidare le loro ricerche. Allo stesso modo, gli artisti possono utilizzare la conoscenza tacita per creare opere d’arte che vanno al di là delle spiegazioni verbali.

In realtà, la categoria della conoscenza tacita sembra in artificio per rimediare alla mancanza di conoscenze (di Polanyi, che ha scritto La conoscenza personale nel 1958 e La conoscenza tacita nel 1966) sul funzionamento della cognizione; da allora la ricerca è andata avanti.

Poi possiamo fare una distinzione fra cose che abbiamo imparato sul campo, grazie a osservazione o pratica diretta (ad esempio far volare un’aquilone), e che saremmo in grado di spiegare se ci pensassimo, e cose che invece non riusciamo a spiegare in nessun caso (quali? Anche come andare in bicicletta o imparare qualcosa a mente è spiegabile). E’ necessario chiarirsi sul senso di ‘difficile da spiegare’.

E inoltre possiamo inserire la categoria delle cose che sappiamo fare e che sono spiegabili, ma di cui non siamo consapevoli, perché non ci abbiamo mai riflettuto (vedi le caratteristiche personali che emergono in un bilancio di competenze).

Vedi la voce su wikipedia.

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.