Quanti di coloro che si candidano alle agenzie per il lavoro vengono destinati al lavoro interinale?
Nel suo romanzo (immagino autobiografico) Tra mezz’ora per un’ora Cassio Seizeri (immagino uno pseudonimo) relativamente al tasso di persone destinate al lavoro interinale scrive (posizione 2987 della versione kindle):
Perché erano questi più o meno i numeri: per circa 150 iscritti a settimana, che fanno 600 in un mese e almeno 5.000 in un anno, senza calcolare quelli che inviavano i curriculum via email o via fax (e qui arrivano in scioltezza a 10.000 l’anno) riuscivamo a orbitare al massimo intorno ai 100 lavoratori interinali, di media sparpagliati fra le varie aziende clienti (una trentina).
Insomma un ottimistico 3 percento del totale con conseguente novantasette che ti considera uno s****** incapace e ladro perché “Mi sono iscritto 2 anni fa e non mi avete mai chiamato, ma è possibile?”
Non solo il possibile, ma è molto probabile, soprattutto se negli ultimi 5 anni hai fatto il bagnino, l’animatore, il portiere di notte, l’educatore, il riparatore di violini, il domatore di leoni al circo. “ma io sono disposto a fare qualsiasi cosa!”.
Certo, ne sono sicuro, ma purtroppo le aziende non cercano chi è disposto a fare qualsiasi cosa ma chi sa fare “quella cosa”. La disponibilità delle persone a imparare un nuovo mestiere non incontra la disponibilità delle aziende a insegnarlo, quel mestiere.
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Leggi Informativa privacy, cookie policy e copyright.
Devo dissentire sull’educatore, per il quale c’è una legge di riferimento, per fortuna, e per operare come tale devi essere laureato! Dissento da Cassio Seizeri ovviamente, non da chi ha scritto l’articolo.
Sono d’accordo con lei Elena, oltretutto ormai da anni le prospettive di impiego per gli educatori sono ottime.