Vari significati dell’espressione certificare le competenze
L’espressione certificare le competenze, certificazione delle competenze ha vari significati. Per una rassegna vedi il mio articolo Che cosa certifichiamo esattamente quando certifichiamo le competenze?
Fra i vari significati possibili, questo articolo si riferisce alla certificazione della buona professionalità, cioè alla certificazione che una persona sa svolgere i compiti della sua professione secondo uno standard ottimale.
Si parla di certificazione quando il positivo risultato di una valutazione viene dichiarato su un documento ufficiale emesso da una autorità o da una organizzazione delegata da una autorità.
La certificazione della buona professionalità viene condotta ad esempio all’interno dei dispositivi regionali per la certificazione delle competenze, vedi ad esempio Regione Toscana Il Sistema Toscano delle Competenze e Regione Lombardia La certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali nella normativa della Regione Lombardia.
In questi dispositivi la valutazione della professionalità viene in genere condotta con riferimento alle singole mansioni che compongono un determinato profilo professionale.
La buona professionalità in un determinato profilo viene certificata se il candidato riesce a dimostrare buona professionalità in ciascuna delle mansioni che compongono il profilo, altrimenti si procede ad una certificazione di singole mansioni.
Le componenti di un sistema di certificazione delle competenze
Per strutturare un sistema di certificazione delle competenze (nell’accezione valutazione e riconoscimento della professionalità) sono necessari:
1. un elenco di profili professionali, dove per ciascuno di essi sono descritte le mansioni e le conoscenze e capacità tecniche necessarie per svolgerle.
2. una procedura di analisi della professionalità. La procedura deve indicare:
- a. le fasi del processo inclusa la modulistica necessaria per ciascuna fase
- b. le figure coinvolte nel processo di analisi con l’indicazione della loro preparazione
- c. le evidenze accettabili
- d. il sistema di valutazione delle evidenze.
3. Una serie di norme di raccordo con sistemi formativi e educativi
Vediamo i diversi punti.
Un elenco di profili professionali
Un profilo professionale è la descrizione di una professione. Il profilo indica il nome, i compiti principali, le modalità di svolgimento del lavoro (al chiuso, all’aperto, etc.), i requisiti richiesti, le prospettive occupazionali, etc. I profili professionali sono raccolti in repertori. vedi il mio articolo Profili e repertori professionali, Informazioni per orientatori.
Esistono ormai vari repertori professionali strutturati per mansioni e conoscenze e capacità tecniche. Vedi ad esempio quelli utilizzati da Regione Toscana e Regione Lombardia nei due articoli che ho già lincato.
I profili sono costruiti (o dovrebbero essere costruiti) sulla base di una job analysis, vedi il mio articolo Job description, task analysis e job analysis: cosa sono e a cosa servono.
Se il profilo professionale che si intende certificare non è compreso in un repertorio è necessario svolgere una job analysis (Evangelista 2008) con persone che svolgono quella determinata professione.
Le fasi di un processo di certificazione
Dal punto di vista del soggetto esaminatore, le fasi di un processo di valutazione della professionalità che si conclude con una attestazione rilasciata da una autorità pubblica possono essere le seguenti:
1. informazione, ricevimento e valutazione della domanda. Viene condotta una verifica preliminare della documentazione e della sua coerenza con il profilo o le mansioni di cui è richiesta la certificazione. Se la verifica è positiva si passa all’analisi del candidato.
2. analisi del candidato e rilascio della certificazione. Viene condotta una analisi delle evidenze presentate nel portfolio e vengono decise e condotte una o più prove di verifica in presenza.
Le figure professionali coinvolte nella certificazione
Le figure coinvolte nella certificazione possono essere:
- Il tutor: ha il ruolo di aiutare il candidato nel processo, inclusa la presentazione della domanda, la preparazione del portfolio, la preparazione per le prove di verifica in presenza.
- L’assessor: è un esperto del settore in cui i candidati richiedono la certificazione. Assieme al responsabile della certificazione esamina il portfolio, sceglie e prepara le prove di valutazione, conduce la valutazione.
- Il responsabile della certificazione: ha il ruolo di supervisionare tutto il processo per conto dell’organizzazione presso cui si svolge il processo di certificazione. Fa un esame preliminare della domanda di certificazione e assieme all’assessor esamina il portfolio, sceglie e prepara le prove di valutazione, partecipa alla valutazione, rilascia il certificato al superamento della prova.
Le evidenze ammissibili per la certificazione
Per evidenza si intende ogni elemento che in un processo di certificazione aiuta il valutatore a farsi un’idea della professionalità del candidato. L’insieme delle evidenze allegate alla domanda di certificazione costituiscono il portfolio.
Le evidenze da utilizzarsi in un processo di certificazione possono essere scelte fra le seguenti:
1. Testimonianza del candidato sulla propria attività e caratteristiche. E’ una testimonianza scritta del candidato (raccolta tramite una griglia) relativa a motivi della scelta della professione, difficoltà, aspirazioni professionali, motivi alla base della richiesta di certificazione, caratteristiche personali.
2. Ricostruzione della storia formativa e professionale. E’ utile utilizzare un formato standard, come ad esempio il CV Europass.
3. Osservazione sul posto di lavoro. E’ necessario mettere a punto una preliminare check list degli aspetti da valutare e concordare che il candidato svolgerà tutte le mansioni tipiche del proprio profilo professionale.
4. Intervista professionale. Lo scopo è ricostruire in dettaglio come il candidato svolge le mansioni proprie della sua attività. Per una analisi più puntuale è utile suddividere le mansioni nelle principali attività che le caratterizzano e svolgere l’analisi anche a questo livello.
5. Testimonianze di altri soggetti
• A. Le testimonianza di colleghi e superiori hanno un valore limitato perché in genere sono favorevoli a prescindere. Sono utili semplicemente per avere conferma che la persona ha lavorato presso una determinata organizzazione.
• B. Le testimonianze di clienti/utenti (ad esempio una persona che ha appena fatto un colloquio con il candidato) sono maggiormente utili a condizione che vengano raccolte secondo una griglia strutturata e con almeno 3 persone.
6. Esame di prodotti del lavoro. Viene svolto in genere in concomitanza con l’osservazione sul posto di lavoro, anche perché altrimenti non c’è garanzia che i prodotti siano stati realizzati effettivamente dal candidato.
7. Simulazione. Deve essere il più possibile realistica e vanno simulate tutte le mansioni del profilo.
8. Attestati, certificati, diplomi relativi ad attività formative. Di per sé non possono essere considerati una conferma della buona professionalità del candidato, servono soprattutto ad avvalorare quanto scritto nel CV.
9. Realizzazione di prodotti. La loro utilità varia in relazione ai diversi profili.
10. Test su conoscenze. Utili quando lo svolgimento di una determinata attività richiede un corpus di conoscenze significativo; in caso contrario la verifica delle conoscenze viene svolta durante l’intervista professionale.
Il sistema di valutazione delle evidenze
Lo scopo della valutazione è ottenere un’idea convincente della buona professionalità del candidato. Le evidenze contenute nel portfolio (ad esempio la 1, 2, 5 A, 8) nonché la 9 e la 10 non sono ritenute in genere ritenute sufficienti.
Per poter pronunciarsi con sicurezza sulla professionalità del candidato si ritengono in genere indispensabili le evidenze 3. Osservazione del candidato sul posto di lavoro e/o la 4. Intervista professionale o, in subordine, la 7.Simulazione.
3. Una serie di norme di raccordo coi sistemi educativi e formativi
Tali norme prevedono in particolare che i corsi di formazione professionale siano strutturati in modo da permettere:
- A. di arrivare a svolgere correttamente le mansioni proprie della figura professionale di riferimento,
- B. di ottenere un credito formativo nel caso di abbandono del corso o non superamento dell’esame finale,
- C. di ridurre il percorso formativo a corsisti in possesso di crediti formativi conseguiti attraverso la frequenza di altri corsi o la procedura di analisi dell’apprendimento non formale e informale.
Questi tre obiettivi vengono raggiunti strutturando i corsi in unità didattiche autosufficienti, ciascuna delle quali è focalizzata sull’apprendimento di una mansione o di una delle attività che compongono una mansione
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.