Lo scopo di questo articolo: esaminare il significato del termine competenze nei programmi scolastici
Cosa si intende per competenze in ambito scolastico? Il termine competenze è polisemico, così questa domanda può ottenere, a seconda di chi risponde, decine di risposte diverse.
Per questo farò qui una ricerca sul significato del termine competenze basata sul contenuto dei programmi scolastici (i termini tecnici sono Indicazioni nazionali per il curricolo, oppure Linee guida, oppure anche Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento) messi a punto dal Ministero dell’Istruzione, esaminando vari provvedimenti che si sono succeduti negli anni.
Ho deciso di scrivere questo articolo perché mi sono accorto che vari autori di libri che intendono spiegare come fare didattica per competenze utilizzano significati di competenza / competenze diversi da quello ricavabile dai programmi ministeriali. Questi autori finiscono così per proporre approcci e soluzioni alla didattica per competenze che portano risultati diversi da quelli richiesti dal Ministero e che spesso risultano irrealizzabili.
Le competenze nel DM 139/2007
Il Decreto Ministero della Pubblica Istruzione 22 agosto 2007, n. 139 (abbreviato in DM 139/2007) definisce all’articolo 2 i saperi e le competenze che devono essere acquisiti durante l’istruzione obbligatoria, vale a dire nella scuola dell’infanzia, nella scuola secondaria di primo grado e (per chi non è ripetente) nei primi due anni della secondaria di secondo grado.
Nel DM 139/2007 troviamo competenze che possiamo chiamare disciplinari, perché sono raggruppate in quattro assi culturali, ciascuno dei quali raccoglie discipline che appartengono allo stesso ambito, e competenze civiche.
Che cosa viene esattamene indicato col termine competenze?
Esaminando gli allegati 1 e 2 vediamo che le competenze disciplinari sono:
- compiti operativi apicali relativi alle diverse discipline che lo studente deve essere in grado di svolgere.
Si dividono in specifici o trasversali.
Non è un risultato scontato. Un significato alternativo, molto utilizzato nella gestione delle risorse umane, considera le competenze come le caratteristiche personali che permettono di svolgere i compiti operativi; sono cioè caratteristiche personali a monte. Se vuoi saperne di più leggi il mio articolo Le competenze: cosa sono e come usarle nell’orientamento.
Le competenze nell’asse dei linguaggi
Per l’asse dei linguaggi, lingua italiana, troviamo indicati come competenze i seguenti compiti operativi:
- padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti;
- leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo;
- produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi.
Le abilità/capacità sono invece compiti operativi di portata più ridotta (che chiamiamo sottocompiti) la cui esecuzione rende possibile lo svolgimento del compiti principale (cioè della competenza), secondo uno schema ad albero.
Ogni compito operativo (cioè ogni competenza) è reso possibile da una serie di sotto compiti (abilità/capacità) e di conoscenze.
Così, ad esempio, lo svolgimento della competenza padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti è resa possibile dai sottocompiti:
- comprendere il messaggio contenuto in un testo orale
- cogliere le relazioni logiche fra le varie componenti di un testo orale
- esporre in modo chiaro logico e coerente esperienze vissute o testi ascoltati
- riconoscere i differenti registri comunicativi di un testo orale
- affrontare molteplici situazioni comunicative scambiando informazioni, idee per esprimere anche il proprio punto di vista
- individuare il punto di vista dell’altro in contesti formali e informali.
A loro volta, ogni sottocompito è reso possibile da determinate conoscenze. Ad esempio i primi due sottocompiti sono resi possibili dalle seguenti conoscenze:
- principali strutture grammaticali della lingua italiana
- elementi di base delle funzioni della lingua
- lessico fondamentale per la gestione di semplici comunicazioni orali in contesti formali e informali.
Vedi questo schema nell’immagine qui sotto ripresa dall’allegato 1.
Nel caso delle competenze disciplinari, competenze e sottocompiti sono saldamente ancorati ai contenuti disciplinari.
Le competenze civiche
Nel DM 139/2007 troviamo poi nell’allegato 2 un elenco di otto competenze di cittadinanza, ispirate a quelle della Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente. Le competenze sono descritte con titoli sintetici, a cui segue la descrizione di dettaglio. Questi i titoli sintetici:
- imparare ad imparare
- comunicare
- progettare
- collaborare e partecipare
- agire in modo autonomo e responsabile
- risolvere i problemi
- individuare collegamenti e relazioni
- acquisire e interpretare l’informazione.
Imparare a imparare viene ad esempio descritta come: organizzare il proprio apprendimento individuando scegliendo ed utilizzando varie fonti e varie modalità di informazione e di formazione (formale, non formale ed informale), anche in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e del proprio metodo di studio e di lavoro.
Vedi come è strutturato l’allegato 2.
Anche in questo caso il termine competenze indica dei compiti operativi.
Nelle competenze civiche, come si può vedere dall’immagine, mancano i sottocompiti e le conoscenze relative.
A prima vista il DM 139/2007 introduce un doppio curricolo che ogni insegnante deve seguire. Da una parte le competenze nei quattro assi culturali, dall’altra le competenze di cittadinanza. Tuttavia questo è vero solo per quattro competenze su otto. Proviamo ad approfondire.
Rispetto alle competenze disciplinari, le competenze di cittadinanza sono decontestualizzate, vale a dire trasversali alle diverse discipline, come ad esempio le competenze di cittadinanza n. 2, 3, 6, 7, 8 oppure esterne alle discipline, come ad esempio le competenze di cittadinanza n. 4 e 5.
In maggior dettaglio, le competenze:
- comunicare, suddivisa in comprendere messaggi di genere diverso (verbale, matematico, scientifico, simbolico) e rappresentare eventi, principi, fenomeni, norme, procedure, atteggiamenti, stati d’animo … utilizzando linguaggi diversi ( verbale, matematico, scientifico, simbolico, etc.) e diverse conoscenze disciplinari
- risolvere problemi
- individuare collegamenti e relazioni in diversi ambiti disciplinari
- acquisire e interpretare l’informazione
vengono costantemente sviluppate all’interno delle diverse discipline, in misura maggiore o minore a seconda del tipo di disciplina (discipline che ben si prestano allo sviluppo di capacità operative sono ad esempio matematica, italiano, fisica, lingue straniere, oltre a quelle di indirizzo) e dell’approccio del docente. Ogni docente può ad esempio essere maggiormente concentrato sull’acquisizione di conoscenze o sullo sviluppo di capacità di svolgere compiti operativi (si pensi all’insegnamento della lingua straniera: può essere impostato sulla grammatica oppure su conversazione e ascolto).
Poiché le competenze elencate sopra vengono costantemente sviluppate all’interno delle diverse discipline curriculari, avrebbero potuto essere omesse o possono essere trascurate.
Le quattro competenze rimanenti:
- imparare a imparare
- progettare
- collaborare e partecipare
- agire in modo autonomo e responsabile
sono diverse dalle competenze disciplinari e per questo non sono oggetto di insegnamento specifico da parte dei docenti. Gli studenti le sviluppano istintivamente (in misura maggiore o minore) durante il percorso scolastico; vale così la pena di esplicitarle e di richiedere agli insegnanti di occuparsene in aggiunta alle competenze descritte per la propria disciplina.
Voglio però evidenziare che ognuna di queste ultime competenze può agevolmente essere sviluppata dal singolo docente in autonomia all’interno della propria disciplina. Fermo restando l’utilità di un coordinamento fra i vari docenti per lo sviluppo, ad esempio, della competenza di imparare a imparare, ogni docente può lavorare autonomamente a questo obiettivo nelle proprie ore curriculari.
Sul DM 139/2007 vedi anche il mio articolo Le competenze nel DM 139/2007.
La descrizione ottimale dei compiti operativi nei programmi scolastici
Le competenze sono state inserite nei programmi scolastici per enfatizzare la necessità di sviluppare capacità operative invece che far acquisire semplici conoscenze.
Le conoscenze sono la base per lo sviluppo delle capacità operative (ad esempio per risolvere un problema su un triangolo rettangolo devo prima conoscere il teorema di Pitagora), ma troppo spesso l’enfasi dell’attività didattica, specialmente in alcune materie, è finalizzata sull’acquisizione e la ripetizione mnemonica di conoscenze fine a se stesse.
Spesso a scuola lo sviluppo di capacità operative da parte degli studenti non è perseguito in modo esplicito dall’insegnante e così, quando avviene, avviene in modo spontaneo.
Una volta concordato che è utile che la didattica sviluppi capacità operative e che per perseguire questo obiettivo conviene inserire nei programmi obiettivi di apprendimento riferiti a capacità operative (chiamati competenze), in che modo conviene descrivere queste capacità operative?
E’ necessario:
- utilizzare verbi di azione
- i verbi di azione devono riferirsi ad azioni immediatamente comprensibili e visibili. E’ necessario far riferimento ad azioni visibili anche quando vogliamo sviluppare capacità cognitive (ad esempio valutare). In questo caso useremo ad esempio descrivere
- le azioni visibili devono riferirsi a capacità operative di natura non o non solo mnemonica. Recitare una poesia o elencare i sette re di Roma sono compiti operativi, ma le operazioni cognitive sottostanti sono elementari. Si introducono le competenze per promuovere capacità operative più sofisticate quali interpretare, valutare, confrontare, immaginare, etc. Per un elenco delle capacità operative di base e sofisticate sviluppabili in ambito scolastico vedi il mio articolo Quali sono i processi cognitivi? La tassonomia di Bloom.
Le competenze nelle Indicazioni nazionali dei licei: il Decreto Interministeriale 211 del 7 ottobre 2010
Il Decreto Interministeriale 211 del 7 ottobre 2010 definisce fra le altre cose gli obiettivi di apprendimento di tutti i licei. Esaminiamo quelli del liceo scientifico, nell’allegato F che inizia a p. 286 del provvedimento.
Gli obiettivi di apprendimento sono distinti in linee generali e competenze (a loro volta divise in obiettivi relativi alla lingua e alla letteratura) e obiettivi specifici di apprendimento suddivisi in due parti: primo biennio e secondo biennio più quinto anno.
Non è spiegata la differenza fra linee generali e competenze né a cosa esattamente si riferiscono i due termini.
Nel decreto gli obiettivi di apprendimento sono descritti in forma discorsiva. Vediamo le linee generali e competenze relative alla lingua italiana (nell’immagine qui sotto, come si presentano graficamente).
Evidenzio in neretto i verbi di azione; non tutti i verbi corrispondono a compiti operativi:
Al termine del percorso liceale lo studente padroneggia la lingua italiana: è in grado di esprimersi, in forma scritta e orale, con chiarezza e proprietà, variando – a seconda dei diversi contesti e scopi – l’uso personale della lingua; di compiere operazioni fondamentali, quali riassumere e parafrasare un testo dato, organizzare e motivare un ragionamento; di illustrare e interpretare in termini essenziali un fenomeno storico, culturale, scientifico. L’osservazione sistematica delle strutture linguistiche consente allo studente di affrontare testi anche complessi, presenti in situazioni di studio o di lavoro. A questo scopo si serve anche di strumenti forniti da una riflessione metalinguistica basata sul ragionamento circa le funzioni dei diversi livelli (ortografico, interpuntivo, morfosintattico, lessicale-semantico, testuale) nella costruzione ordinata del discorso. Ha inoltre una complessiva coscienza della storicità della lingua italiana, maturata attraverso la lettura fin dal biennio di alcuni testi letterari distanti nel tempo, e approfondita poi da elementi di storia della lingua, delle sue caratteristiche sociolinguistiche e della presenza dei dialetti, nel quadro complessivo dell’Italia odierna, caratterizzato dalle varietà d’uso dell’italiano stesso.
Adesso provo a strutturare per punti i sotto compiti operativi, che nel Dm 139/2007 venivano indicati come abilità/capacità.
Padroneggia la lingua italiana è la competenza apicale, che viene suddivisa in sottocompiti:
- esprimersi, in forma scritta e orale, con chiarezza e proprietà, variando – a seconda dei diversi contesti e scopi – l’uso personale della lingua
- riassumere e parafrasare un testo dato
- organizzare e motivare un ragionamento;
- illustrare e interpretare in termini essenziali un fenomeno storico, culturale, scientifico.
Sono più generici, non relativi a attività osservabili, gli altri termini:
- affrontare testi anche complessi, presenti in situazioni di studio o di lavoro
- Ha inoltre una complessiva coscienza della storicità della lingua italiana.
Affrontare va probabilmente inteso nel senso di comprendere il significato, ma se è così è compreso nel compito 2.
Ha una complessiva conoscenza si riferisce probabilmente al fatto che lo studente ha memorizzato delle informazioni acquisendo delle conoscenze.
Le competenze civiche sono inglobate nelle diverse discipline
Nel Decreto Interministeriale 211 del 7 ottobre 2010 non c’è una sezione dedicata espressamente alle competenze civiche che, per quel che si può capire, sono state inserite all’interno delle discipline (vedi allegato A, p.6).
Dopo aver spiegato che le competenze sono state articolate per materie di studio, l’allegato afferma:
Va da sé, naturalmente, che competenze di natura metacognitiva (imparare ad apprendere), relazionale (sapere lavorare in gruppo) o attitudinale (autonomia e creatività) non sono certo escluse dal processo, ma ne costituiscono un esito indiretto, il cui conseguimento dipende dalla qualità del processo stesso attuato nelle istituzioni scolastiche. Tale scelta è stata recentemente avvalorata dalla scheda per la certificazione dell’assolvimento dell’obbligo (Decreto Ministeriale n. 9, 27 gennaio 2010), in cui si chiede di esprimere una valutazione rispetto al livello raggiunto in 16 competenze di base articolate secondo i 4 assi culturali, ma non sulle competenze di cittadinanza (1. imparare ad imparare; 2. progettare; 3. comunicare; 4. collaborare e partecipare; 5. agire in modo autonomo e responsabile; 6. risolvere i problemi; 7. individuare collegamenti e relazioni; 8. acquisire ed interpretare l’informazione).
Segue poi l’affermazione che l’acquisizione delle competenze digitali è, certo, tema sviluppato nel primo biennio di ciascun percorso all’interno della disciplina Matematica. Ma è, al contempo, frutto del lavoro «sul campo» in tutte le discipline. Le competenze relative a cittadinanza e Costituzione investono globalmente tutto il percorso scolastico.
Le competenze nelle Linee guida degli istituti tecnici: la Direttiva Ministeriale 4/2012
La Direttiva Ministeriale 4 del 5 gennaio 2012 definisce le Linee guida con i contenuti disciplinari, espressi in risultati di apprendimento, per il secondo biennio e il quinto anno degli istituti tecnici. Le Linee guida per il primo biennio sono state invece approvate con la Direttiva ministeriale 57 del 15 luglio 2010. In questa sezione faccio riferimento alla direttiva 4/2012.
Anche la Direttiva 4/2012 divide gli obiettivi di apprendimento in un nucleo generale valido per tutti gli indirizzi e in disposizione specifiche per ciascun indirizzo.
Esaminiamo le indicazioni relative alle indicazioni generali per la Lingua e letteratura italiana (evidenziate dalla linea rossa). Qui sotto vediamo il formato grafico.
Il documento descrive innanzitutto i risultati del percorso quinquennale (scrivo in neretto i verbi):
Il docente di “Lingua e letteratura italiana” concorre a far conseguire allo studente, al termine del percorso quinquennale, i seguenti risultati di apprendimento relativi al profilo educativo, culturale e professionale:
- padroneggiare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici;
- riconoscere le linee essenziali della storia delle idee, della cultura, della letteratura, delle arti e orientarsi agevolmente fra testi e autori fondamentali, con riferimento soprattutto a tematiche di tipo scientifico, tecnologico ed economico;
- stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro;
- riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali per una loro corretta fruizione e valorizzazione;
- individuare ed utilizzare le moderne forme di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti tecnici della comunicazione in rete.
La formulazione degli obiettivi di apprendimento non è ottimale, in particolare i termini riconoscere, orientarsi, stabilire non sono relativi a azioni visibili. Riconoscere e stabilire avrebbero potuto essere sostituiti da descrivere, mentre orientarsi ha un significato non chiaro, forse potremmo usare elencare.
In ogni caso anche nelle Linee guida degli istituti tecnici le competenze sono compiti operativi relativi alle diverse discipline che lo studente deve essere in grado di svolgere.
Le competenze nel Regolamento degli istituti professionali: il Decreto 24 maggio 2018, n. 92.
Il Decreto 24 maggio 2018, n. 92 definisce, fra le altre cose, i risultati di apprendimento generali e specifici degli istituti professionali.
Anche in questo caso esaminiamo le indicazioni relative alle indicazioni generali per la Lingua e letteratura italiana (allegato 1). Qui sotto vediamo il formato grafico.
La competenza generale, riferita al quinquennio, è Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici e professionali.
Per la competenza sono poi indicate le abilità che la rendono possibile, ad esempio (ne elenco solo alcune):
- ascoltare, applicando tecniche di supporto alla comprensione, testi prodotti da una pluralità di canali comunicativi, cogliendone i diversi punti di vista e le diverse argomentazioni e riconoscendone la tipologia testuale, la fonte, lo scopo, l’argomento, le informazioni.
- cogliere in una conversazione o in una discussione di diversi punti di vista e le diverse argomentazioni per poter intervenire con pertinenza e coerenza.
- esporre dati, eventi, trame, dando al proprio discorso un ordine uno scopo, selezionando le informazioni significative, servendosene in modo critico, utilizzando un registro adeguato all’argomento e alla situazione.
Le competenze integrate negli assi culturali
Una novità di rilievo, rispetto agli altri documenti descritti in questo articolo, è che ogni competenza è declinata su più assi culturali.
Ad esempio la competenza generale riferita alla lingua italiana è declinata anche per l’asse culturale scientifico-tecnologico. Per l’asse culturale scientifico-tecnologico, con riferimento alla lingua italiana, vengono indicate le abilità di:
- sintetizzare la descrizione di un fenomeno naturale mediante un linguaggio appropriato
- distinguere un fenomeno naturale da un fenomeno virtuale.
La seconda abilità, relativa al contenuto tecnico dell’asse scientifico tecnologico qui è chiaramente fuori luogo.
Anche le competenze non strettamente disciplinari integrate negli assi culturali
Un altro aspetto positivo del Decreto 24 maggio 2018, n. 92 è che quelle che nel DM 139/2007 venivano chiamate competenze civiche e descritte separatamente, sono qui riformulate e integrate con gli assi culturali.
Ad esempio la competenza Agire in riferimento ad un sistema di valori, coerenti con i principi della Costituzione, in base ai quali essere in grado di valutare fatti e orientare i propri comportamenti personali, sociali e professionali è declinata con riferimento ai diversi assi culturali, e in questo modo inoltre sono indicate anche abilità e conoscenze, vedi l’immagine qui sotto.
Questo è l’elenco di tutte le competenze dell’area generale degli istituti professionali:
- Agire in riferimento ad un sistema di valori, coerenti con i principi della Costituzione, in base ai quali essere in grado di valutare fatti e orientare i propri comportamenti personali, sociali e professionali
- Utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti: sociali, culturali, scientifici, economici, tecnologici e professionali
- Riconoscere gli aspetti geografici, ecologici, territoriali, dell’ambiente naturale ed antropico, le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali e le trasformazioni intervenute nel corso del tempo
- Stabilire collegamenti tra le tradizioni culturali locali, nazionali ed internazionali, sia in una prospettiva interculturale sia ai fini della mobilità di studio e di lavoro
- Utilizzare i linguaggi settoriali delle lingue straniere previste dai percorsi di studio per interagire in diversi ambiti e contesti di studio e di lavoro
- Riconoscere il valore e le potenzialità dei beni artistici e ambientali
- Individuare ed utilizzare le moderne forme di comunicazione visiva e multimediale, anche con riferimento alle strategie espressive e agli strumenti tecnici della comunicazione in rete
- Utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento
- Riconoscere i principali aspetti comunicativi, culturali e relazionali dell’espressività corporea ed esercitare in modo efficace la pratica sportiva per il benessere individuale e collettivo
- Comprendere e utilizzare i principali concetti relativi all’economia, all’organizzazione, allo svolgimento dei processi produttivi e dei servizi
- Padroneggiare l’uso di strumenti tecnologici con particolare attenzione alla sicurezza e alla tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro, alla tutela della persona, dell’ambiente e del territorio
- Utilizzare i concetti e i fondamentali strumenti degli assi culturali per comprendere la realtà ed operare in campi applicativi.
Conclusioni: le competenze nei programmi scolastici
Che cosa si intende per competenze?
Al termine di questo breve excursus possiamo tornare alla domanda di partenza: che cosa si intende col termine competenze nei diversi documenti ministeriali che riguardano il percorso scolastico nei diversi ordini e gradi della Scuola Italiana?
Il significato del termine negli anni è rimasto invariato. Il termine competenze indica:
- compiti operativi apicali relativi alle diverse discipline che lo studente deve essere in grado di svolgere.
La descrizione delle competenze
Per ogni competenza vengono poi indicati i sottocompiti (chiamati abilità e/o capacità) e le conoscenze che la rendono possibile.
La descrizione di compiti e sottocompiti non sempre si è rivelata ottimale.
Le diverse competenze sono state per un lungo periodo raggruppate per assi culturali, cioè, per materie appartenenti allo stesso ambito.
Inizialmente inoltre erano presenti competenze relative alle aree culturali e alle aree di specializzazione di ciascun indirizzo (che non ho esaminato in questo articolo) più competenze trasversali chiamate competenze civiche. In concreto, gli insegnanti avevano un doppio curricolo da mettere in pratica: le competenze della propria disciplina più le competenze civiche.
Col Decreto 24 maggio 2018, n. 92 sì è scelta invece una architettura più funzionale e più semplice da mettere in pratica: competenze di area culturale e trasversali sono state raggruppate assieme, e ciascuna di esse è stata declinata con riferimento a tutte le aree culturali per essa significativa.
La nuova impostazione però vale solo per gli istituti professionali. Tutti gli altri istituti, se ho capito bene, sono rimasti con la vecchia impostazione.
La rilevanza delle competenze civiche o comunque non disciplinari
Già dal DM 139/2007 gran parte delle competenze civiche erano sovrapponibili alle competenze disciplinari.
Negli anni successivi le competenze civiche sono state poi ulteriormente ridotte e ‘dissolte’ nelle competenze disciplinari.
Alla luce di questi sviluppi l’importanza attribuita alla competenze civiche (e alle competenze chiave europee da cui le competenze civiche derivano) nei programmi scolastici meritava e merita di essere fortemente ridotta.
Per un approfondimento sui molti significati del termine competenze anche in ambiti diversi dall’istruzione vedi il mio articolo Le competenze: cosa sono e come usarle nell’orientamento. Sulle competenze chiave europee vedi Competenze chiave europee e orientamento professionale.
Ringrazio Marina Consolaro per i suggerimenti sulla terminologia relativa ai programmi.
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.