Cosa vuol dire navigator in inglese
In inglese, il termine navigator indica qualcuno che decide la rotta di una nave o di un aereo. Sul dizionario wordreference.com troviamo ad esempio la traduzione ‘ufficiale di rotta’. La definizione in inglese è:
- who directs a ship or plane e come esempio
- My father worked as a navigator on a large civilian ship
Il termine viene anche utilizzato per indicare il navigatore satellitare (Satellite navigator)
Il Collins Italian Dictionary (allo stesso indirizzo) indica anche, in ambito automobilistico, secondo pilota.
Il concetto più generale, perciò, è qualcuno che guida qualcun altro.
Cosa vuol dire navigator in italiano
In italiano, prima dell’introduzione del reddito di cittadinanza, il termine navigator non erta mai stato utilizzato nell’ambito delle politiche attive del lavoro e dei servizi per l’impiego.
La parola è stata inizialmente utilizzata da Luigi Di Maio, che l’ha ripresa, credo, da Mimmo Parisi, per un periodo nominato da Di Maio Presidente ANPAL.
Nessuno poteva aspettarsi che Parisi, che mancava dall’Italia da oltre 30 anni e parla un cattivo italiano, potesse conoscere la situazione e la terminologia italiana relativa ai servizi per l’impiego.
Il termine navigator però non è stato inserito in nessun decreto, convenzione, accordo con valore legale.
Il decreto sul reddito di cittadinanza all’art.9 comma 3 parla di ‘tutor’ che affianca il beneficiario nella ‘ricerca intensiva della nuova occupazione’.
Il termine navigator è stato invece usato nei talk show televisivi e nella stampa per riferirsi agli operatori addizionali dei centri per l’impiego, incaricati da ANPAL Servizi per far fronte al reddito di cittadinanza.
Agli addetti ai lavori è stato subito evidente che i navigator altro non erano che gli orientatori dei centri per l’impiego, oppure gli addetti alle politiche attive impiegati dalle agenzie per il lavoro.
Così ad esempio Rosario Rasizza, presidente di Assosomm, l’Associazione nazionale che raccoglie le Agenzie per il lavoro ha dichiarato al quotidiano l’Avvenire: «I navigator? Nelle nostre realtà ci sono ben 15mila professionisti che già da anni svolgono quel ruolo».
E ugualmente, Elena Buscemi, l’assessora con delega al Lavoro di Città metropolitana di Milano, ha dichiarato che “I navigator, qui, esistono da anni. Non abbiamo dovuto attendere che Luigi Di Maio se li inventasse. Si chiamano orientatori e, solo nel 2017, hanno aiutato 33.600 persone a trovare un impiego.”
Motivi dell’uso del termine navigator nelle politiche attive
Ma come mai Di Maio ha utilizzato il termine navigator invece di quello già comune di tutor? E perché questo termine è stato poi entusiasticamente adottato dalla stampa?
Perché il Movimento Cinque Stelle ha usato il termine navigator?
Io credo che il motivo dell’uso del termine navigator sia dovuto da una parte al piacere di molti italiani nell’usare termini inglesi, per snobismo o per sfoggiare la padronanza della lingua inglese.
L’altro motivo è a fini pubblicitari. Il desiderio del Movimento Cinque Stelle di dimostrare l’assoluta novità e impatto delle proprie misure politiche (‘Oggi aboliamo la povertà‘, dal balcone di Palazzo Chigi, te lo ricordi?).
Dire: ‘Abbiamo approvato un provvedimento che assegna un reddito a persone povere, e per la sua attuazione assumeremo 3.000 tutor che lavoreranno nei centri per l’impiego’ sarebbe suonato molto meno accattivante.
Perché i media hanno usato il termine navigator?
I motivi dell’uso del termine navigator da parte dei media è più comprensibile. Fra tutti gli operatori impegnati nelle politiche attive del lavoro, il termine navigator indica solo quelli assunti da ANPAL Servizi.
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Leggi Informativa privacy, cookie policy e copyright.
È salutare dire le cose come stanno e chiamarle per il loro nome. Spesso la gente dimentica che lingua è uno strumento potente, tanto capace di fare del bene che, se nelle false mani, di illudere, confondere o fuorviare.