Quali politiche per l’inserimento lavorativo dei migranti

Se si vuole che i migranti non diventino un peso (e un corpo estraneo nelle nostre società) è necessario pensare per loro a forme assai più elastiche di impiego e a un costo assai più ridotto per i datori di lavoro rispetto a quelle standard. La vicenda dei migranti che dovevano svolgere attività al Festival dell’Unità di Reggio Emilia è paradigmatica. La cooperativa che li ha in carico ha rinunciato dopo che un leghista ha fatto un esposto alla Direzione territoriale del Lavoro sulle modalità e condizioni del loro utilizzo. In Italia si sono accumulate nel tempo una serie di norme che hanno imbalsamato il rapporto di lavoro, sia nel suo avviamento e termine (si pensi a tutta la normativa relativa ai licenziamenti) sia alla sua gestione, scoraggiando l’utilizzo regolare di forza lavoro. Queste norme rendono più difficile l’integrazione regolare dei migranti e li spingono verso l’inedia, lo svolgimento di attività illegali e il lavoro nero.

Vedi anche The Washington Post How tens of thousands of migrants could help save Europe,   Silvia Marchetti  6,000 ghost towns: Italy’s answer to migrant crisis?, I vincoli sul lavoro creano povertà Intervista a Deirdre McCloskey, economista della Scuola di Chicago

Un articolo da inserire nella Costituzione italiana:

In Italia, nessun cittadino extra-UE deve avere un trattamento economico e di welfare migliore di un qualunque cittadino italiano, eccetto nel caso in cui esistano accordi di reciprocità col Paese extra-UE che assicurino un eguale trattamento al cittadino italiano nel Paese extra-UE.

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Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.