Gli obiettivi della didattica sono:
- far acquisire conoscenze,
- far apprendere capacità operative (per un dettaglio delle capacità operative, vedi il mio articolo Quali sono i processi cognitivi? La tassonomia di Bloom)
- far sì che l’esperienza di apprendimento sia positiva per lo studente.
Quali sono le strategie che possono assicurare questi risultati? Ci sono ormai molti studi che ci dicono quali sono le strategie migliori. Ne vediamo quattro.
Promuovere un clima collaborativo in classe docente – studenti
E’ utile che il rapporto del docente con gli studenti non sia mai conflittuale. Alzare la voce, minacciare, assegnare note e punizioni crea una distanza con gli studenti, mentre le strategie in questa pagina richiedono un buon rapporto di collaborazione.
Spesso i comportamenti inappropriati degli studenti sono dovuti alla noia dei tempi morti (ad esempio quando l’insegnante interroga, gli altri studenti non sanno cosa fare, ascoltare le interrogazioni è faticoso e soporifero), e alla difficoltà di prestare attenzione a lungo alla lezione frontale.
L’insegnante deve perciò evitare questi momenti tenendo gli studenti impegnati con tecniche d’insegnamento attive (vedi la sezione dedicata all’utilizzo di un metodo induttivo.
E’ utile inoltre che l’insegnante conosca tecniche di mediazione per interagire in modo efficace con gli studenti più problematici, vedi i miei articoli Come costruire e mantenere relazioni efficaci e Cosa fare coi ragazzi che odiano la scuola.
E’ ovvio che anche le relazioni fra tutti gli studenti devono essere cooperative; l’insegnante deve costantemente monitorare il clima in classe (anche tramite discussioni o strumenti strutturati) e intervenire in caso di bullismo o persone escluse dal gruppo.
Insegnare utilizzando preferibilmente un metodo induttivo
Il metodo didattico induttivo è un approccio all’insegnamento che si basa sull’apprendimento attraverso l’osservazione, l’esplorazione e l’esperienza diretta. In questo metodo, gli studenti sono incoraggiati a estrarre principi generali e concetti dalle situazioni specifiche o dai casi pratici.
A differenza del metodo deduttivo, che parte da principi generali per giungere a conclusioni su casi specifici, il metodo induttivo segue un percorso inverso. Gli studenti raccolgono dati o fatti caratteristici, ne identificano i modelli o le relazioni, e infine formulano concetti generali o principi.
Questo approccio può essere utilizzato in vari settori dell’insegnamento, dalle scienze alle discipline umanistiche, sviluppando così capacità di pensiero critico, di analisi e di problem solving.
Nell’uso del metodo induttivo è utile partire dall’esperienza e dalle credenze degli studenti (passate o creata ad hoc attraverso la prima parte dell’unità didattica), secondo un ciclo che prevede:
- esperienza
- riflessione, con elaborazione di principi o tecniche generali
- applicazione dei principi formulati o delle tecniche messe a punto in una nuova esperienza.
Sull’apprendimento esperienziale vedi il mio articolo Una sintesi di Experiential learning. Experience as the source of learning and development, di David A. Kolb.
Possiamo anche fare didattica nella modalità deduttiva, cioè spiegare dei principi e chiedere poi agli studenti di applicarli, ma in questo caso è fondamentale che la spiegazione sia breve e gli studenti si mettano al più presto al lavoro. Nella mia esperienza di formatore quello che non va bene è la lezione simile a quella universitaria, dove il docente parla tutto il tempo. Gli studenti imparano meglio quando sono protagonisti.
Ridurre la lezione frontale e promuovere il lavoro in coppia o piccolo gruppo
L’uso dell’insegnamento induttivo comporta una riduzione drastica del tempo dedicato alla lezione frontale. Con le tecniche induttive prima si lancia un’attività di condivisione o di scoperta dividendo gli studenti in piccoli gruppi (30-40 minuti). Poi si ascoltano i risultati della loro attività e commentandoli si fa una breve lezione frontale (10-15 minuti) tirando le fila e esplicitando i concetti che ci interessa far acquisire.
Questa modalità richiede di modificare la disposizione dei banchi.
La disposizione normale, coi banchi in file parallele è funzionale a un rapporto dal docente a ciascun singolo studente, ma gli studenti nelle ultime file possono nascondersi e distrarsi facilmente.
Per lavorare con un metodo induttivo è necessario disporre i banchi a gruppi di 2-4.
Nelle attività di condivisione (dove ogni studente racconta la sua esperienza su un determinato tema) i gruppi dovrebbero essere di 5-6 persone, con gruppi più piccoli la condivisione è limitata. Nelle attività che devono produrre qualcosa è invece utile fare gruppi più piccoli, di 2 o 3 persone, per evitare che qualcuno non si impegni. Il docente farà sì che lo studente portavoce della coppia o del piccolo gruppo sia sempre quello più debole.
Le attività in piccolo gruppo permettono anche di attivare forme di tutoraggio fra pari. Anche in questo caso, alle attività di tutoraggio fra pari potrebbe essere data strutturazione e periodicità.
Promuovere l’autovalutazione negli studenti
L’autovalutazione responsabilizza gli studenti, li costringe a pensare al loro andamento scolastico e in caso di insuccessi li spinge a interrogarsi sulle cause e a cambiare i propri atteggiamenti.
E’ utile che l’insegnante proponga costantemente momenti di autovalutazione, sia a livello individuale che attraverso i pari.
E’ utile inoltre che l’insegnante inviti gli studenti a mettere a punto i criteri di valutazione.
Promuovere la capacità di imparare a imparare
Insegnare agli studenti strategie di studio, di automotivazione, di monitoraggio dei risultati e delle emozioni correlate allo studio può avere effetti rilevanti sul rendimento di ogni studente. Gli studenti capaci sviluppano queste tecniche da soli, ma l’insegnante può insegnare e costantemente richiamare queste tecniche per tutti gli altri. L’insegnante può ad esempio proporre unità didattiche in cui spiega le diverse tecniche e organizzare momenti periodici di monitoraggio del loro utilizzo. Per un dettaglio sulla capacità di imparare a imparare e come svilupparla vedi il mio articolo Come imparare a imparare a scuola.
I suggerimenti del Ministero
Nella Direttiva ministeriale 57 del 15 luglio 2010 le Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento degli istituti tecnici, primo biennio, forniscono (sezione 1.5.1., pag.16) una serie di indicazioni di natura metodologica su come impostare la didattica per sviluppare competenze.
Le linee guida raccomandano di (p.17):
- effettuare per ogni studente, un bilancio delle conoscenze, delle abilità già acquisite ed eventualmente delle competenze già raggiunte, in modo da mettere a punto un progetto formativo coerente
- usare metodologie didattiche che coinvolgano gli studenti, di tipo laboratoriale (vedi dopo)
- operare per progetti (p.18, vedi dopo)
- presentare agli studenti questioni e problemi di natura applicativa piccole relative alla propria vita, alle altre discipline, la vita sociale lavorativa.
Esempi di prodotti
E inoltre far realizzare dei prodotti a livello individuale o collettivo, quali ad esempio, nel biennio (p.17):
- sintesi scritte di testi studiati,
- esempi di applicazioni pratiche,
- argomentazioni critiche o risultati di discussioni di gruppo, eventualmente in lingua straniera,
- ricerca di applicazioni di concetti e principi matematici e/o scientifici a casi di vita quotidiana e/o tecnici,
- l’individuazione di fondamenti concettuali che fanno da supporto a procedure tecniche presentate nelle attività di indirizzo,
- Le impostazioni e la realizzazione di piccoli progetti che implichino l’applicazione di quanto studiato
- progettazione di protocolli di laboratorio o di semplici ricerche sperimentali
Esempi di attività laboratoriali
Come esempi di attività laboratoriali le linee guida descrivono (p.18):
- un laboratorio di scrittura in italiano, sostenuto dall’uso personale e/o collettivo di tecnologie digitali, nel quale si possano anche redigere relazioni su quanto esplorato nelle scienze e/o nelle tecnologie, oltre che commenti alle proprie letture
- un laboratorio di introduzioni di applicazione dei concetti e dei procedimenti matematici, mediante la soluzione di problemi anche ispirati allo studio parallelo delle scienze o delle tecnologie
- esercitazioni nella lingua straniera, valorizzando, se ci sono, quanti ne manifestano una maggiore padronanza o mediante la lettura o l’ascolto collettivo di testi tecnici in inglese.
Esempi di progetti
Come esempi di pedagogia per progetti le linee guida descrivono (p.18):
- realizzare uno spettacolo
- pubblicare un giornale
- preparare un viaggio o un’escursione
- preparare una esposizione
- girare un film o un video
- progettare e realizzare un sito informatico
- partecipare a un’azione umanitaria.
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.