Lo sviluppo dell’orientamento in Italia
In Italia si è iniziato a parlare in modo «istituzionale» di iniziative specificamente indirizzate all’orientamento già fra le due guerre mondiali, e precisamente con l’istituzione dei Consorzi provinciali per l’istruzione tecnica (CPIT; legge n. 82 del 2 gennaio 1936) i quali, oltre a promuovere in vario modo «lo sviluppo e il perfezionamento dell’istruzione tecnica nell’ambito della circoscrizione di competenza», offrivano anche alle scuole, alle famiglie e agli studenti interessati servizi gratuiti di orientamento scolastico-professionale. Sorsero così i Centri di orientamento scolastico-professionali (COSP), presenti in quasi tutte le province italiane, che offrirono alle scuole un aiuto concreto nell’ambito delle scelte formative e lavorative dei giovani.
In quegli stessi anni, (…) operava parallelamente un’altra rete, quella dei CPIT Centri di psicologia del lavoro, riconosciuta dal ministero del Lavoro tramite l’Ente nazionale per la prevenzione degli infortuni (ENPI). (….) Nel 1972 l’Unione nazionale italiana per l’orientamento (UNIO), comprendente sia gli operatori COSP sia quelli dei Centri ENPI presentò alla Camera dei deputati una proposta (la n. 490) di istituzione di un servizio nazionale di orientamento, l’iniziativa però non ebbe alcun seguito.
Così Soresi, Salvatore; Nota, Laura. L’orientamento e la progettazione professionale (pp.26-27). Società editrice il Mulino
A fine anni ’70 tutte e due le strutture vennero soppresse, le funzioni dei COSP furono trasferite ai distretti scolastici, e quelle dei centri ENPI alle regioni.
Il passaggio ai distretti scolastici e alle regioni portò un azzeramento delle attività di orientamento, e tempi lunghi per ricostruire conoscenze sull’orientamento nei responsabili delle nuove strutture che se ne occupavano.
Lo sviluppo dell’orientamento in Toscana
A fine anni ’80 ogni provincia toscana aveva uno sportello di orientamento aperto al pubblico.
Quello di Firenze si chiamava PICO (credo Punto di Informazione e Consulenza di Orientamento) e si trovava in via Cavour dove adesso si trova il centro per l’impiego.
Questi sportelli svolgevano soprattutto un’attività di orientamento informativo (internet ancora non c’era, trovare informazioni era difficile).
Il pubblico di questi sportelli era costituito prevalentemente da giovani.
A fine anni ’80 la Regione Toscana ha fatto un accordo con l’Associazione Retravailler, una associazione francese che si occupava di orientamento delle donne attraverso corsi di orientamento. Grazie a questo accordo in ogni sportello provinciale una operatrice è stata formata alla conduzione di questi gruppi.
Le attività dello sportello di Firenze venivano svolte anche con personale esterno, ad esempio gli operatori di prima accoglienza appartenevano a una cooperativa e gli operatori che erogavano consulenza di orientamento o facilitavano gruppi erano incaricati a partita IVA. Io, dal 1994 in poi, ero uno di questi; svolgevo principalmente corsi sulle tecniche di ricerca di lavoro, anche per le province di Siena e Pistoia, e attività di orientamento scolastico (Arezzo, Firenze, Siena, Massa Carrara, Grosseto, Prato).
Nel 1993, a seguito dell’approvazione della legge sui lavoratori in mobilità, la Regione Toscana ha organizzato un progetto per l’orientamento di questi lavoratori, basato su incontri di gruppo; io ho partecipato come tutor d’aula. Era un progetto innovativo perché fino a quel momento nessuno, almeno in Toscana, si occupava di orientamento di lavoratori licenziati.
Nel 1999 c’è stata la riforma dei servizi per l’impiego, la cui gestione è passata alle regioni. La Regione Toscana ha delegato le province. A seguito della riforma gli uffici di collocamento sono diventati centri per l’impiego, e poi una legge del 2001 ha previsto che ogni disoccupato dovesse svolgere colloqui di orientamento. Grazie a questa legge l’orientamento è diventata una delle attività principali dei centri per l’impiego.
Io ho partecipato allo sviluppo dei servizi di orientamento nelle province di Firenze e Siena, in particolare ho contribuito alla progettazione dei servizi, ho svolto attività di orientamento, ho creato una società che forniva operatori, ho formato operatori di orientamento.
Nel 2014 l’operatività delle province è stata fortemente ridotta dalla legge 56/2014, la gestione dei centri per l’impiego è tornata alle regioni. La Regione Toscana ha creato ARTI, che gestisce tutti i servizi per l’impiego regionali.
All’interno dei centri per l’impiego trovi operatori che svolgono i colloqui di accoglienza e per la stesura del Patto di servizio personalizzato e poi operatori che svolgono colloqui ulteriori con i casi più complicati.
Per molto tempo la Regione Toscana, come anche la Regione Emilia-Romagna e l’Umbria, ha seguito un modello dove le attività di orientamento per gli adulti erano svolte principalmente all’interno dei centri per l’impiego, adesso alcune attività sono svolte anche alle agenzie per il lavoro.
Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.