Un glossario dei termini maggiormente usati nella Terapia Breve Strategica di Giorgio Nardone

Autoinganno: tendenza che ognuno di noi ha ad avvicinare la realtà non tanto ai propri desideri, quanto piuttosto a quello che è il proprio modello consolidato di percezione e reazione della realtà stessa (Mordazzi e Milanese, 2007:19).

Cambiamento: può essere A. catastrofico. Avviene quando in prima seduta do una prescrizione che cambia immediatamente la percezione della realtà –provoca cioè una esperienza percettiva – emotiva. Si cerca di provocarlo in genere con persone totalmente invalidate dal problema. B. graduale. Si verifica a piccoli passi. Si cerca di provocarlo con soggetti collaborativi C. geometrico esponenziale / o inizialmente a piccoli passi poi a valanga. Una serie di piccoli cambiamenti finiscono per provocarne uno decisivo. Si cerca di provocarlo con persone oppositive o incapaci di collaborare. (Nardone G. con Balbi E., 2008:64).

Dialogo strategico: A. domande chiuse (cioè a scelta obbligata) su come il problema si manifesta e B parafrasi di quanto detto dal paziente. Le A fanno capire al paziente che conosciamo il suo problema e mi permettono di definirlo (Nardone G. con Balbi E., 2008:51) e le B propongono al paziente una nuova visione del problema funzionale al suo superamento (Nardone G. con Balbi E., 2008:48) ‘Le domande strategiche consentono al paziente di sostituire i propri autoinganni disfunzionali con autoinganni funzionali poiché egli trasformerà, indotto dalle proprie risposte, le modalità di gestire e percepire le cose (Nardone G. con Balbi E., 2008:48)

Domande a illusione di alternative: in Erikson indica domande che pongono il paziente davanti a due scelte, una delle quali sicuramente inaccettabile, in modo che il paziente abbia l’illusione di fare la scelta desiderata dal terapeuta. In Nardone il termine indica domande a risposta chiusa che permettono A. di definire meglio il problema e B. di ristrutturare la sua visione del problema.

Doppio legame: un messaggio che veicola un contenuto e (in genere attraverso la comunicazione non verbale) un suo contrario (Nardone G. con Balbi E., 2008:19). Viene ritenuta una modalità comunicativa che origina patologie psicologiche in chi riceve il messaggio (es: schizofrenia) e, in positivo, uno strumento che il terapeuta può utilizzare in terapia.

Esperienza percettiva – emotiva correttiva / altre volte chiamata Esperienza emozionale correttiva (Nardone G. con Balbi E., 2008:61): esperienza provocata dalla terapia che cambia la percezione e poi a cascata l’emozione e la cognizione relativa a un problema (Nardone G. con Balbi E., 2008:45)

Linguaggio constativo, linguaggio performativo: termini ripresi dall’opera del filosofo inglese J.L. Austen. Secondo Austen il linguaggio non è solo una passiva descrizione della realtà, ma anche uno strumento per cambiarla. Possiamo infatti formulare frasi che provocano una reazione negli altri o cambiano il significato attribuito da altri a una determinata cosa. Ad esempio: ‘Vi dichiaro marito e moglie’’Vi dichiariamo guerra’ ‘Ti battezzo’ ‘Ti do il nome di..’. Il linguaggio constativo descrive in maniera neutra i fenomeni (es: il gatto è bianco), risulta vero o falso, e non produce cambiamenti nell’interlocutore. Il linguaggio performativo produce cambiamenti (vedi gli esempi precedenti). In Nardone sembra che il termine linguaggio performativo si riferisca alla proposta di nuove interpretazioni della situazione del paziente fatta dal terapeuta. Nardone introduce anche il linguaggio ingiuntivo, cioè quello che prescrive al paziente di fare qualcosa (Nardone G. con Balbi E., 2008:79), anche se secondo Austen il linguaggio ingiuntivo fa parte dl performativo. Un esempio di linguaggio performativo, nella Terapia Breve Strategica, potrebbe essere la ‘miracle question’.

Livello del problema: ambito in cui si origina il problema che porta la persona dal terapeuta. Ce ne sono tre: rapporto con se stessi, rapporto con l’altro (dinamiche interpersonali), rapporto col mondo (cioè con la propria cultura, società, regole, etc.). Ogni problema appartiene necessariamente a uno dei tre ambiti, anche se i tre ambiti sono interdipendenti (Nardone G. con Balbi E., 2008:31).

Logiche non ordinarie: ragionamenti contraddittori. Sono caratteristici dell’essere umano. Alla stessa cosa (un fatto / un evento / una sensazione) possono essere attribuiti significati diversi. Ogni attribuzione di significato è sempre un autoinganno ((Nardone G. con Balbi E., 2008:18).

Logica ordinaria: ragionamento secondo cui una cosa (un fatto / un evento / una sensazione) può essere solo una cosa (può avere un solo significato). (Nardone G. con Balbi E., 2008:16). La logica ordinaria cerca lo svelamento di una determinata verità attraverso processi deduttivi, per poi indicare cosa fare per cambiare secondo un processo lineare, mentre la logica non ordinaria ricorre a stratagemmi e autoinganni. (Nardone G. con Balbi E., 2008:91).
One down position: si verifica quando il terapeuta fa credere al paziente che sia lui a guidare la terapia assumendo una posizione apparentemente inferiore.

Problem oriented e Solution oriented. Le prime sono manovre centrate sul problema (es: ‘peggiore fantasia’, ‘se fai uno fai 5’, ‘come peggiorare’). Le seconde mirano a sviluppare le potenzialità del paziente (‘miracle question’, ‘come se’)

Prescrizione (detta anche manovra terapeutica): indicazione data al paziente di fare determinate cose al di fuori della seduta. Ad esempio a un paziente che soffre di attacchi di panico e vive nell’attesa del prossimo episodio può essere richiesto di non parlarne più con amici e familiari (perché parlarne aumenta il numero degli episodi e stimola chi gli sta vicino a compatirlo e offrirgli il proprio aiuto, ma in questo modo il paziente rimane centrato sul suo problema).

Realtà di 1’ ordine e di 2’ ordine: quella di 1’ ordine è la realtà fisica degli oggetti. Quella di 2’ ordine è il significato che attribuiamo a oggetti e situazioni (cita Watzlawick 1971 citato in Nardone G. con Balbi E., 2008:23)

Ricerca intervento: modalità di intervento secondo cui per conoscere il funzionamento di un problema è necessario introdurre un cambiamento (Nardone G. con Balbi E., 2008:24). Si riferisce alle modalità di conduzione della Terapia Breve Strategica in cui la diagnosi avviene sulla base dei risultati delle prescrizioni comportamentali assegnate al paziente. Il termine viene anche utilizzato per indicare il procedimento per prove ed errori utilizzato da Nardone per mettere a punto protocolli standardizzati per le diverse patologie psicologiche.

Riduttori di complessità: coordinate di riferimento che permettono di poter intervenire in termini operativi senza bisogno di conoscere la complessità della realtà oggetto di intervento (Mordazzi e Milanese, 2007:43).

Sensazioni primarie: paura, piacere, rabbia, dolore (Nardone G. con Balbi E., 2008:45). Sono alla base delle diverse patologie.

Sistema percettivo reattivo: Modello di persistenza di una patologia (Nardone G. con Balbi E., 2008:112). Altra definizione: modalità ridondante attraverso cui un dato individuo percepisce e di conseguenza reagisce alla propria realtà. (Watzlawick et al. 1978, citato in Nardone G. con Balbi E., 2008:23). Si costruiscono in genere sulla base delle quattro sensazioni primarie.

Stadi della terapia: 1. Apertura: si opera la definizione del problema. 2. Sblocco: si interrompe la soluzione disfunzionale e si fa sperimentare al paziente un primo superamento del problema. 3. Consolidamento: il paziente acquisisce una maggiore fiducia nella proprie capacità personali. 4. Chiusura. Gli esponenti della scuola di Palo Alto ritenevano che la terapia dovesse essere suddivisa in 3 fasi: inizio del gioco (in cui si cerca di coglierne le regole), applicazione delle strategie (che devono sbloccare il circolo vizioso che mantiene i problemi) e chiusura del gioco. Questo perché si riteneva che una volta rotto l’equilibrio omeostatico disfunzionale e patologico il sistema si sarebbe auto-organizzato spontaneamente in una omeostasi sana. Secondo Nardone l’omeostasi che dopo lo sblocco del problema tende a sostituirsi alla precedente è di nuovo patologica, e per evitare che questo accada è necessario guidare il paziente a costruire un nuovo equilibrio attraverso un processo che trasformi il cambiamento in apprendimento (Nardone G. con Balbi E., 2008:87).

Tentata Soluzione

Tentata Soluzione Ridondante: quei copioni che tendiamo a ripetere per risolvere i problemi nel corso della nostra vita (…) dagli effetti spesso disfunzionali. (Mordazzi e Milanese, 2007:37).

Terapia Breve Strategica TBS: modalità terapeutica messa a punto da Giorgio Nardone che prevede protocolli strutturati per la soluzione di una serie di problemi psicologici
Tentata soluzione: comportamento adottato per risolvere un problema, che invece di risolverlo lo peggiora. Sinonimo di Autoinganno disfunzionale (Nardone G. con Balbi E., 2008:29).

Bibliografia

Milanese R., Mordazzi P. (2007). Coaching strategico. Trasformare i limiti in risorse. Milano: Ponte alle Grazie

Nardone G. con Balbi E. (2008). Solcare il mare all’insaputa del cielo. Lezioni sul cambiamento terapeutico e le logiche non ordinarie. Milano: Ponte alle Grazie

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

Su Giorgio Nardone vedi anche gli altri articoli:

  1. Una introduzione alla Terapia Breve Strategica di Giorgio Nardone
  2. Una presentazione delle tecniche terapeutiche della Terapia Breve Strategica di Giorgio Nardone
  3. Gli Stratagemmi Terapeutici di Giorgio Nardone
  4. Una presentazione della Terapia Breve Strategica con persone con consumo problematico di alcol

 

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