Pubblicate le linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente

Queste Linee Guida, approvate il 5 dicembre 2013, stabiliscono una tassonomia delle attività di orientamento condivisa da tutti i maggiori soggetti che si occupano di orientamento in Italia. Il passo successivo, nel novembre 2014, è stato la definizione a livello nazionale degli Standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori.

Vedi l’accordo della Conferenza Unificata Stato Regioni che ha creato il Gruppo di lavoro che ha prodotto le Linee Guida.

Definizione delle linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente  (accordo Governo, regioni e enti locali)

A cura del Gruppo di Lavoro Interistituzionale di cui all’art. 4 dell’Accordo sulla definizione del sistema nazionale sull’orientamento permanente del 20 Dicembre 2012

Sommario

Premessa 2
A) LINEE DI INDIRIZZO STRATEGICO 4
1) Diritto all’orientamento 4
2) Le Funzioni dell’orientamento 5
3) La Governance multilivello 6
B) OBIETTIVI SPECIFICI E AZIONI OPERATIVE 8
1) Contrastare il disagio formativo 8
2) Favorire e sostenere l’occupabilità 9
3) Promuovere l ‘inclusione sociale 1O
NOTA DI CONTESTO 11

Premessa

L’orientamento permanente riveste un ruolo chiave nelle strategie di istruzione e formazione avviate a partire dal 2000 a livello europeo dal Processo di Lisbona. Le indicazioni europee contenute nella Risoluzione del Consiglio del 2008 “Integrare maggiormente l’orientamento permanente nelle strategie di apprendimento permanente” rilevano co me siano necessari costanti sforzi per fornire servizi di orientamento di migliore qualità, offrir e un accesso più equo orientato alle aspirazioni e alle esigenze dei cittadini, coordinare e costruire partenariati tra le offerte di servizi esistenti. Sulla scorta di tali indicazioni, le Comunità locali devono tendere a:

  • favorire l’acquisizione della capacità di orientamento nell’arco della vita;
  • facilitare l’accesso di tutti i cittadini ai servizi di orientamento;
  • rafforzare la garanzia di qualità dei servizi di orientamento;
  • incoraggiare  il  coordinamento  e  la  cooperazione  dei  vari  soggetti  a  livello  nazionale, regionale e locale.

Il documento invita altresì gli Stati a rafforzare il ruolo dell’orientamento nell’ambito delle strategie nazionali di apprendimento permanente.

A livello nazionale, questa esigenza è colmata dall’Accordo tra il Governo, le Regioni e gli Enti locali, concernente la definizione del sistema nazionale  sull’orientamento permanente approvato il 20 dicembre 201 2 in sede di Conferenza Unificata, e finalizzato a promuovere  e condividere una strategia nazionale di Orientamento permanente nel campo dell’educazione, della formazione professionale e dell’occupazione. L’Accordo rappresenta una dichiarazione  di  intenti  con  cui  le parti si impegnano ad assicurare sul territorio l’integrazione dei servizi al cittadino finalizzati alla ricostruzione e documentazione di esperienze e apprendimenti, a rendere più efficaci gli interventi anche attraverso lo sviluppo e l’ottimizzazione dei fabbisogni professionali e di competenze, ad assicurare l’orientamento permanente e a potenziare le azioni dei sistemi integrati di istruzione, formazione e lavoro.

Lo scenario nel quale si sta dando attuazione agli intendimenti dell’Accordo è quello rappresentato dall’attuale legge n. 92 del 28 giugno 2012 sul mercato del  lavoro,  “Disposizioni  in  materia  di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”,  in cui ai commi  51-68 dell’articolo  4 sono stabilite le norme generali in tema di apprendimento  permanente  con  l’obiettivo  di  definire  il diritto d i ogni persona all’apprendimento in ogni  fase della vita, nell’ambito  di un  sistema  integrato che permetta il  collegamento con le strategie per la crescita economica, per l’accesso al lavoro dei giovani, per  la  riforma  del  welfare,  per  l’invecchiamento  attivo  e  l’esercizio  della  cittadinanza attiva, anche da parte degli immigrati. Giova ricordare che il  comma  55 prevede  la costruzione,  in modo condiviso  con  le Regioni  e le autonomie  locali, di “reti territoriali” e nel  comma  56 lettera a) si esplicita che alla realizzazione e allo sviluppo dei sistemi integrati territoriali concorrono anche le università.

Il quadro di contesto è altresì arricchito dal dibattito nazionale che si sta svolgendo sia attorno alla definizione dell’Accordo di Partenariato per la gestione dei fondi strutturali del periodo 2014-2020, in cui l’orientamento assume una dimensione trasversale ai tre Obiettivi tematici n° 8 Occupazione,

n° 9 Inclusione e n° 1O Istruzione e Formazione, sia attorno alla Raccomandazione del Consiglio del 23 aprile 2013 sulla “Garanzia Giovani” ed alla connessa discussione sulla centralità della rete  degli operatori chiamati ad erogare sempre più servizi di orientamento su gruppi target diversi tra loro.

Per la realizzazione delle finalità dell’Accordo concernente la definizione del sistema nazionale sull’orientamento permanente, lo stesso individua una struttura di coordinamento rappresentata Gruppo di Lavoro Interistituzionale sull’orientamento permanente, il quale ha, tra i suoi compiti, anche quello di elaborare Linee Guida nazionali in materia di orientamento e l ‘elaborazione di una proposta per l’individuazione di standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori  dell’orientamento.

Il documento che segue, Linee Guida sul! ‘Orientamento , vuol essere uno strumento operativo nel quale si esplicita il livello di governance attesa con riferimento al coordinamento del complesso degli interventi di orientamento poste in essere a livello territoriale nonché alle azioni e ai risultati attesi.

A) LINEE DI INDIRIZZO STRATEGICO

1) Diritto  all’orientamento

1.1)  Tutela  Costituzionale

il  diritto  all’orientamento  lungo  tutto  l’arco  della  vita  viene  assicurato in relazione agli articoli 4, 34, 35 comma 2  della  Costituzione  della  Repubblica  Italiana,  agli articoli II/74, 11/75, 11/76, 11/89 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione.  Sulla base di questi principi e delle leggi e delle normative nazionali ed europee che  ne  danno  attuazione,  sono riconosciuti ad ogni  cittadino,  durante  tutto  l’arco  della  vita,  prestazioni  e  servizi  di  orientamento per il pieno sviluppo  della  sua  personalità  nelle  attività  educative,  formative,  professionali, lavorative. A tale fine lo Stato, le Regioni e le Province  Autonome  di  Trento  e  Bolzano,  le Province, i Comuni si impegnano a razionalizzare, potenziare, integrare il sistema pubblico di orientamento con le strategie  dell’apprendimento permanente favorendo altresì la partecipazione  dei cittadini alla definizione degli standard d i qualità e alle attività  di monitoraggio e valutazione dei servizi  di cui usufruisce.

1.2)  Contesti di riferimento

Il diritto all’orientamento lungo tutto l ‘arco della vita viene assicurato tramite specifiche politiche promosse nell’ambito di un più ampio  quadro  di  interventi  nell’istruzione,  formazione,  alta formazione, educazione degli adulti, lavoro e inclusione sociale, contesti nei quali si sviluppa  il processo  di orientamento  delle persone. (Nota: European lifelong guidance policy network, “Lifelong guidance policy development: A European Resource Kit”. 2012, pag.12 in http://ktl.jyu.fi/img/portal/23229/ELGPN _resource_kit_ 201 1-12_web.pdf)

1.3)  Priorità

In coerenza con le strategie per l’apprendimento permanente, con gl i obiettivi del nuovo ciclo di programmazione comunitaria e il programma della “European Youth Guarantee” le politiche dell’orientamento, al fine di contrastare  il  disagio  formativo,  di  favorire  l’occupabilità,  di incoraggiare l’inclusione sociale, mettono al centro la persona con  le  sue  esigenze  educative, formative, professionali e lavorative. Le politiche dell’orientamento si attuano nell’ambito delle reti territoriali  previste  dal comma  55 art. 4 legge 92/12 con riferimento  alle seguenti priorità,  trasversali e comuni a tutti  i diversi contesti:

  • favorire  nella  persona  l’acquisizione  della capacità  di  orientamento  al  lavoro  lungo tutto l’arco della vita;
  • facilitare  l’accesso  di tutti  i  cittadini  ai servizi  di orientamento  utilizzando  anche canali  non­ formali e informali (associazioni,  volontariato,  ecc.)  di  comunicazione,  soprattutto  con  i gruppi  più  svantaggiati;
  • rafforzare  la garanzia  di qualità  dei  servizi  di  orientamento  con  un  costante processo  di ricerca ed innovazione attraverso l’utilizzo delle ICT, al fine di assicurare strumenti e prestazioni rispondenti ai mutevoli e diversificati bisogni orientativi delle persone e  di rendere i servizi pubblici più efficaci e più accessibili a tutti i cittadini;
  • assicurare strumenti e prestazioni  rispondenti ai mutevoli e diversificati bisogni orientativi delle persone;

incoraggiare il coordinamento  e  la  cooperazione  dei  vari  soggetti  a  livello  nazionale, regionale e  locale  anche  attraverso  la  condivisione  e  l ‘interoperabilità  d i  strumenti, piattaforme  e servizi (Nota: Risoluzione del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 21 novembre 2008 -«integrare maggiormente l’orientamento permanente nelle strategie di apprendimento permanente», Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea 2008/C 319/02)

2)  Le Funzioni dell’orientamento

Per la realizzazione del diritto all’orientamento le istituzioni attivano le seguenti funzioni di supporto allo sviluppo del processo orientativo e all’interno delle quali individuano gli interventi e i dispositivi maggiormente rispondenti ai bisogni delle persone:

2.1)   Funzione Educativa”

indica le attività di accompagnamento e sostegno allo sviluppo di risorse e condizioni favorevoli al processo di auto-orientamento della persona per favorirne il benessere, l’adattabilità ai contesti, il successo formativo e la piena occupabilità. Questa funzione di orientamento assolve al compito di favorire nella persona la maturazione di un atteggiamento e di un comportamento proattivo per lo sviluppo delle capacità di gestione autonoma e consapevole del proprio processo di orientamento. A tal fine promuove l’acquisizione delle competenze orientative generali e trasversali in quanto premesse indispensabili per un efficace auto-orientamento. Le azioni principali di orientamento nella scuola sono responsabilità di ogni docente, a partire dalla scuola primaria e sono inserite nel Piano formativo della scuola e di ogni classe, attraverso la definizione degli standard di competenza di orientamento per ogni livello di istruzione. Strumento principale per favorire l’acquisizione di competenze orientative generali e l’auto-orientamento è la didattica orientativa. Esempi di strumenti d’intervento sono i laboratori orientativi e l’alternanza scuola-lavoro che favoriscono il superamento della separazione tra formazione e lavoro valorizzando l’impresa come luogo di apprendimento;

2.2)   Funzione “lnformativa”

riguarda le attività volte a sviluppare la capacità di attivazione della persona e di ampliamento, acquisizione e rielaborazione di conoscenze utili al raggiungimento di un obiettivo formativo/professionale specifico; questa funzione assolve al compito di potenziare un insieme di risorse che hanno a che fare con la capacità di attivarsi, confrontarsi, decodificare, interpretare, mettersi in gioco.

2.3)   Funzione Accompagnamento a specifiche esperienze di transizione” 

indica le attività di sostegno allo sviluppo da parte della persona di competenze  e  capacità  di decisione e d i controllo attivo sull’esperienza formativa e  lavorativa  in  essere,  al  fine di  prevenire rischi  di  insuccesso.  Questa  funzione di orientamento  assolve al compito di:

  • favorire una riflessione critica da parte della persona sull’andamento del proprio percorso di studi, al fine di consentire l ‘auto-monitoraggio dell’esperienza formativa;
  • tutorare in itinere i percorsi critici e le esperienze di transizione fra canali formativi, con particolare  riferimento  ai  soggetti  a rischio  di  insuccesso;
  • accompagnare l’inserimento e il reinserimento lavorativo  di  soggetti  in  difficoltà, attraverso un’azione personalizzata di mediazione fra la persona e i contesti sociali di riferimento;

2.4)  Funzione  “Consulenza orientativa”

concerne le attività di sostegno alla progettualità personale nei momenti concreti di snodo della storia formativa e lavorativa e di promozione all’elaborazione di obiettivi all’interno di una prospettiva temporale allargata e in coerenza con aspetti salienti dell’identità personale e sociale. Questa funzione di orientamento assolve al compito di:

  • sostenere i processi decisionali e le esperienze di cambiamento;
  • sviluppare capacità di analisi e di valutazione delle competenze in funzione di un progetto formativo e lavorativo.

2.5)  Funzioni di “Sistema”

Le funzioni e le attività dell’orientamento necessitano, inoltre, di essere supportate da funzioni di sistema, quali “assistenza tecnica”, “formazione operatori”, “promozione della qualità” e “ricerca e sviluppo” al fine di assicurare l’efficacia degli interventi rivolti all’utenza e le attività gestionali di analisi, ideazione, pianificazione, coordinamento, monitoraggio, valutazione, in una logica di sviluppo di rete sia intra-sistema sia inter-sistema.

3)   La Governance multilivello

3.1)  Finalità

coordinare e condividere i processi  decisionali  delle  politiche  di  orientamento,  in  cui  ciascun soggetto si riconosce partner corresponsabile di una strategia che, coinvolgendo sia il l ivello politico-istituzionale sia quello tecnico-operativo, valorizzi la programmazione e la realizzazione di interventi  di orientamento  integrati,  continui e rispondenti  ai bisogni  della persona.

3.2)  Configurazione e articolazione

livello territoriale: le Regioni, nell’ambito delle priorità nazionali, definiscono specifiche priorità territoriali di concerto con gli altri soggetti di espressione locale dei firmatari dell’Accordo sull’orientamento permanente, programmano e coordinano gli interventi e le politiche  di orientamento con riferimento agli standard comuni di qualità dei servizi, secondo forme e modalità organizzative individuate dalle stesse Regioni, che, con riguardo alle specificità territoriali, valorizzino il ruolo e le competenze degli Enti Locali con il coinvolgimento attivo dei soggetti istituzionali, sociali ed economici del territorio (Università, USR, Parti sociali).

livello nazionale: la collaborazione interistituzionale tra Stato (MIUR, MLPS e MEF), Regioni e coordinamento delle Regioni, UPI e ANCI avviene:

  • con   il  Gruppo  di  lavoro  interistituzionale   sull’orientamento   permanente,   ex  Accordo 20.1 2.201 2, con il compito  di aggiornamento  delle  linee  guida,  di elaborare  quanto  previsto al comma b) art. 4 e di organizzare periodici incontri con le Parti sociali al fine di garantire informazione delle stesse nelle fasi di elaborazione  dei documenti  di cui all’art. 3, par.  I .
  • con la definizione da parte di ciascun soggetto istituzionale di specifiche priorità aderenti al proprio ambito di competenza, da condividere e da adottare di concerto con gli altri soggetti firmatari dell’Accordo e in linea con i principi dello stesso
  • con gli organismi tecnici e istituzionali di seguito individuati: Tavolo lnteristituzionale sull’apprendimento permanente, ex Intesa; Coordinamento della IX Commissione degli Assessori regionali, con funzioni di  coordinamento interregionale delle politiche e degli interventi territoriali.

3.1)  Azioni

Le azioni di governance multilivello sono definite, nell’ambito della configurazione di cui al punto 3.2, dal MIUR, dal MLPS, dal MEF, dal Coordinamento delle Regioni, da ANCI e da UPI, con il contributo di Unioncamere e delle Parti Sociali, con la finalità di sostenere le funzioni/attività/servizi di orientamento in raccordo e coerenza con le strategie dell’apprendimento permanente, agli Obiettivi 8 Occupazione, 9 Inclusione, 1O Istruzione e Formazione dell’Accordo di Partenariato 2014-2020 e al programma “Garanzia Giovani”. Alla loro realizzazione  concorrono tutti i soggetti operanti nel sistema di orientamento ai vari livelli. Le azioni di governance multilivello riguardano in particolare:

  • a)      coordinamento delle risorse  professionali ed economiche degli interventi e dei progetti  di orientamento ai diversi livelli regionale, nazionale, europeo per superare l’attuale frammentarietà degli interventi;
  • b)     promozione e supporto allo sviluppo delle reti locali, regionali, nazionali finalizzate ali’orientamento
  • c)      condivisione e sviluppo degli strumenti e delle tecnologie per la realizzazione di una rete unitaria di informazione e supporto all’offerta di istruzione, formazione e lavoro;
  • d)     predisposizione d i un sistema  di  monitoraggio  e  di  valutazione  delle  politiche  di orientamento  e del  loro impatto nei  diversi contesti;
  • e)      accreditamento dei servizi di orientamento alla persona e delle competenze professionali degli operatori
  • f)      promozione della accessibilità e della integrazione dei servizi e delle attività erogate nei sistemi della scuola, della formazione, dell’università, del lavoro e delle politiche sociali, attraverso la formalizzazione, attivazione e gestione integrata di reti territoriali;
  • g)     supporto allo sviluppo di un costante processo di ricerca condivisione ed innovazione degli strumenti e delle metodologie d’intervento.

B) OBIETTIVI  SPECIFICI   E AZIONI  OPERATIVE

Al fine d i contribuire alla razionalizzazione e al potenziamento del sistema pubblico e integrato di orientamento,  e in coerenza  con l’Accordo di  Partenariato,  con  il  programma  “Garanzia  Giovani” e con le Strategie dell’Apprendimento permanente,  si  individuano  i  seguenti  obiettivi  specifici  e  le conseguenti  azioni  operative.

I risultati attesi e gli indicatori specifici volti a misurare l’efficacia e l’efficienza delle azioni di orientamento saranno definiti con riferimento ai diversi contesti (scuola, formazione, università, lavoro e inclusione sociale) che concorrono a  determinare  il sistema  nazionale,  contestualmente  alla individ uazione e all’approvazione del documento sugli standard dei servizi e delle competenze professionali degli operatori (Accordo sull’Orientamento Permanente, art. 4 comma 1/b).

1)   Contrastare il disagio formativo

Contrastare il disagio formativo (dispersione e abbandono scolastico/universitario, ESL e NEET), rafforzando le competenze nei giovani per affrontare autonomi processi di scelta durante le transizioni scuola-scuola, scuola-formazione, scuola-università e scuola-lavoro.

Obiettivi specificiAzioni operative
1. riduzione della dispersione e del fallimento formativo nella scuola, nella formazione, nell’universitàa)      Progettare azioni formative di operatori specializzati e docenti per favorire l’apprendimento di competenze orientative, in particolare quelle proattive e di fronteggiamento  ( coping)  negli  adolescenti,  nei  giovani,  negli  adulti.b)      Attivare servizi permanenti di tutoraggio e mentoring per l’ingresso nei cicli formativi secondari e terziari.c)      Attivare servizi permanenti di tutoraggio e mentoring per l’inserimento o re­ inserimento nel mercato del lavoro per potenziare, tra l’altro, competenze individuali di monitoraggio attivo rispetto alle esperienze di disoccupazione e svil uppano capacità di auto-promozione sul lavoro e che si affiancano sinergicamente ai dispositivi di facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro (incrocio fra domanda e offerta di lavoro, formazione professionale  e continua, apprendistato, tirocini, etc.).d)      Progettare con i servizi sociali interventi preventivi di promozione della scolarizzazione e in target definiti le azioni di counseling orientati voe)      ESL (Early School Leavers ) 15-18 anni – Per quanto riguarda i giovani che fuoriescono precocemente  dalla scuola e dalla formazione gli Uffici  Scolastici, i Servizi Sociali e i Centri per l’impiego realizzano attività condivise di orientamento per il loro reinserimento in percorsi formali e informali di apprendimentot) Attivare servizi di  tutoraggio  mirato  per  studenti  del  I  anno  di  università  che dopo il primo  semestre  non  abbiano   acquisito  il  numero  minimo  di  CFU (Crediti  Formativi   Universitari)

2) Favorire e sostenere l’occupabilità

Favorire l ‘occupabilità e i percorsi di inserimento re-inserimento lavorativo rafforzando nei giovani e negli adulti autonomi processi di conoscenza delle proprie attitudini e competenze e della loro spendibilità nei contesti occupazionali locali, nazionali e europei.

Obiettivi specifici

Azioni operative

1 .   Rafforzare  l’occupabilità delle  persone1 a. Promuovere  percorsi  di autoimpiego  e di  auto­ imprenditorialità    nonchè la  mobilità  geografica;I b. Realizzare percorsi di inserimento I reinserimento dei target che, in considerazione del momento storico e dei diversi territori sono più a rischio di esclusione dal mercato del lavoro: giovani (con particolare  riferimento ai giovani NEET);e donne; over 50;I c.  Realizzare    percorsi  di inserimento/rinseriment o  dei  soggetti disoccupati;I d. Sostenere  percorsi di sviluppo di carriera e di mobilità verticale e orizzontale dei lavoratori;Gli obiettivi  identificati  possono  essere raggiunti,  a seconda del  contesto (scuola, università, formazione e lavoro)  attraverso diverse azioni:-   servizi di informazione orientativa e accogl ienza/filtro finalizzati a facilitare l’accesso del cliente alla struttura dedicata, a presentare l’offerta di  servizi erogati, a decodificare la richiesta di aiuto e a favorire il passaggio a servizi  in grado di rispondere alla domanda espressa da target diversificati di utenti;-  servizi di accompagnamento/ tutorato orientativo/job placement nel  sistema lavoro, da realizzarsi nei centri per l’impiego o nei servizi di orientamento scolastico/universitario. L’azione è  finalizzata  a  gestire  positivamente  un compito istituzionale dei centri per l’impiego garantendo un’assistenza personalizzata in primo luogo ad alcuni  target  specifici  (giovani, donne, ecc.) per uscire dalla situazione di  inoccupabilità e/o disoccupazione.  Si tratta quindi di aiutare la persona disoccupata a valutare ciò che gli/le potrebbe  essere utile per aumentare le proprie opportunità di re-inserimento nel mercato del lavoro (un’attività di formazione professionale,  un’attività  di qualificazione/riqualificazione verso professionalità in linea con la domanda di lavoro, un percorso di bilancio di competenze, un tirocinio, uno stage, ecc.) e di rappresentare per il soggetto una figura di riferimento per tutta la durata della transizione;-   servizi di consulenza alle scelte formative e ai progetti professionali. L’attività consulenziale è final izzata alla definizione/ridefinizione di aspetti dell’identità professionale connessi allo svil uppo della storia individuale delle persone in relazione al diverso ciclo di vita. E’ necessario infatti che il progetto sia elaborato in continuità/coerenza con le risorse e i vincoli presenti nelle diverse sfere di vita del soggetto per identificare strategie concrete di realizzazione dei singoli obiettivi. L’attività si caratterizza come relazione interpersonale di aiuto basata su un ciclo di colloqui e/o laboratori di gruppo o, in alternativa, di un percorso di bilancio di competenze.
2.  Migliorare l’efficacia e la qualità delle azioni di orientamento  nell’ambito dei servizi per il lavoro, con particolare riferimento ai servizi pubblici per l’impiego3.  Favorire lo sviluppo coordinato dei servizi per il lavoro con l’intervento coordinato e unitario di tutti i soggetti e i servizi.–   Monitoraggio costante dell’offerta di metodi e strumenti di orientamento-   Valutazione della tipologia delle attività offerte/popolazione raggiunta-   Individuazione buone pratiche trasferibili-   Migliorare il livello di scambio interdisciplinare tra operatori-   Consolidare  la collaborazione  tra  servizi  e sedi  si  svolgono  in  cui  si  svolgono iniziative orientative

3) Promuovere l’inclusione sociale

Promuovere l’inclusione sociale, contrastando i fenomeni di devianza e di emarginazione dovuti anche a differenze di genere, di razza, a disabilità fisiche e psichiche.

Obiettivi specificiAzioni operative
1. prom uovere la partecipazione delle famiglie alle scelte formativea) Realizzazione di specifici momenti di incontro con le famiglie
2. Prom uovere il lavoro di rete tra servizi finalizzato a progettare e sostenere percorsi individuali integratia)   Prevedere/rafforzare,  in un’ottica di inclusività, procedure che favoriscano la fruizione dei servizi di orientamento da parte dei soggetti più svantaggiati e a rischio.b)  Neet 19 – 25 sono destinatari di una azione congiunta dei Servizi Sociali, Uffici Scolastici, Centri per l’Impiego per la loro individuazione e inclusione in percorsi di orientamento che li aiutino e li supportino nella scelta di percorsi di studio, formazione, lavoro

C) Risorse umane, finanziarie e strumentali

Per le finalità e le azioni di cui alle presenti linee guida nazionali, sono messe a disposizione le risorse previste nell’ambito di programmi e finanziamenti nazionali, regionali europei ed internazionali, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.

Per le attività di che trattasi dovranno pertanto, salvo ulteriori stanziamenti di spesa, risultare sufficienti le risorse umane, finanziarie e strumentali già stabilite dalla legislazione vigente.

NOTA DI CONTESTO

La proposta per l’individuazione degli standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori di cui all’art. 4, comma 1, lettera b)  dell’Accordo  sull’Orientamento  Permanente verrà elaborata entro il 31.03.2014.

Roma, 18 novembre 201 3

Per imparare a fare orientamento scolastico e per materiali da usare con gli studenti vedi il mio corso Fare Orientamento nelle medie superiori. Per imparare l’orientamento con gli adulti vedi invece gli altri miei corsi. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993.