Come scrivere progetti educativi competitivi

Progetto educativo

Fonti sulla progettazione educativa

Questo articolo è basato su:

Per una guida dettagliata alla progettazione su Erasmus+ vedi il mio manuale Come ottenere finanziamenti Erasmus+ e vivere felici, acquistabile su Amazon.

Manuale progettazione Erasmus+

Questioni terminologiche e delimitazione del campo

La progettazione educativa serve a PROMUOVERE IL CAMBIAMENTO del singolo o del gruppo (pag.7), secondo i principi dell’EVIDENCE BASED EDUCATION 8. Per progettare, serve anche capacità di VALUTAZIONE e di RICERCA EDUCATIVA 12.

Come è noto, l’educazione è quell’azione intenzionale che ha l’obiettivo di trasmettere al soggetto atteggiamenti e comportamenti ritenuti positivi. Le attività educative sono spesso rivolte alle sfere

  • dell’educazione morale (l’onestà, la giustizia, il rispetto per gli altri e la responsabilità),
  • dell’educazione sociale (sviluppo delle abilità sociali),
  • dell’educazione affettiva-emotiva (controllo degli impulsi, rapporto equilibrato con l’altro sesso).

E’ possibile anche la progettazione formativa, cioè quella rivolta a sviluppare delle competenze in persone adulte, spesso di natura professionale, ma qui la lascio in ombra perché ha caratteristiche specifiche.

Plebani e Lorenzi e Leone e Prezza fanno invece riferimento a progettazione sociale, relativa a qualunque progetto che miri alla crescita sociale della comunità, qualunque sia lo specifico settore di intervento 11 B.

Secondo Leone e Prezza, il termine progetti nel sociale fa riferimento a tutte quelle esperienze di progettazione che nascono nell’ambito delle politiche sociali, e sono realizzati dai servizi pubblici, privati e del privato sociale nelle seguenti aree: sociale, psicologica, sanitaria, educativa e culturale, del tempo libero, dell’occupazione e dello sviluppo di comunità 9 C.

In questo articolo userò i termini progetti educativi e progetti nel sociale come sinonimi.

La progettazione educativa si sviluppa negli anni 1970 e ’80, a seguire lo sviluppo dei servizi sanitari e socioeducativi.

L’AGIRE EDUCATIVO (cioè l’azione educativa) può essere sia informale che FORMALE. Il formale è caratterizzato da INTENZIONALITÀ e RESPONSABILITÀ (degli educatori nei confronti dei soggetti coinvolti) 11

Torre elenca vari termini legati alla progettazione:

  • POLITICA: l’obiettivo di livello più alto, a livello di governo, regione o azienda. La politica viene realizzata attraverso progetti
  • PROGRAMMA: un piano di intervento in genere in tempi medio lunghi, che realizza una politica, ed è composto di singoli progetti o attività. Vedi ad esempio i programmi Garanzia Giovani e GOL Garanzia Occupabilità del Lavoratore.
  • PROGRAMMAZIONE / PIANIFICAZIONE è la fase di strutturazione degli aspetti organizzativi di una politica o di un programma. Secondo alcuni la pianificazione comprende anche il controllo dei risultati
  • PROGETTO è l’entità minima di intervento 16
  • INTERVENTO la fase esecutiva di un programma o di un progetto.

Torre nel suo libro fa riferimento alla STESURA DI PROGETTI finalizzati all’attivazione di interventi e alla relativa valutazione 17 in ambito educativo e formativo il termine progetto indica da un lato la stesura formale, scritta di un piano di intervento da realizzare, tra l’altro il percorso complessivo delineato al fine di raggiungere determinati traguardi.

Per project management si intende la gestione di un progetto in tutte le sue fasi, dalla sua ideazione alla sua chiusura (B, 15).

Le caratteristiche dei progetti educativi

Le caratteristiche principali dei progetti nel sociale sono le seguenti (C, 18):

  • si producono servizi alle persone
  • gli operatori sono dei Professional o para Professional
  • molteplicità degli attori e frammentazione delle competenze istituzionali
  • molteplicità e pluralità delle tipologie organizzative, delle culture organizzative delle culture professionali
  • complessità dei fenomeni oggetto di intervento
  • forte dipendenza da finanziamenti pubblici.

Le equipe nei progetti educativi

Nei progetti sono coinvolte molte professionalità diverse e c’è il rischio che ognuno lavori in maniera autonoma; è necessario, perciò, amalgamare creare una rete fra tutti i professionisti coinvolti in un lavoro di equipe 24.

  • Equipe MONOPROFESSIONALE, ad esempio i formatori di un centro di formazione professionale
  • equipe MULTIPROFESSIONALE ad esempio educatori e assistenti sociali e psicologi in un servizio di neuropsichiatria infantile della Asl
  • equipe EXTRAPROFESSIONALE dove sono presenti i volontari
  • equipe DI RETE TERRITORIALE dove sono presenti soggetti appartenenti a organizzazioni diverse che collaborano a un progetto territoriale di largo respiro.

Risultati dei progetti educativi

I progetti educativi possono essere rivolti a tutti i cittadini di un territorio, a un gruppo specifico, a un singolo individuo.

I progetti educativi possono produrre:

  • la soluzione di un PROBLEMA o la riduzione di un DISAGIO,
  • la promozione di ATTEGGIAMENTI e comportamenti costruttivi e positivi,
  • la valorizzazione delle proprie POTENZIALITÀ 17

La necessità di interventi educativi può essere dovuta a eventi critici nella vita dell’individuo:

  • crisi EVOLUTIVE, cioè relative a frasi tipiche dell’esistenza umana quali adolescenza, matrimonio, invecchiamento
  • crisi VOCAZIONALI sono relative alla definizione della propria identità e del proprio futuro, ad esempio la scelta di un corso di studi
  • crisi ACCIDENTALI, ad esempio un lutto una malattia un divorzio che posso nominare gli equilibri costituiti 20.

Da un punto di vista educativo possiamo avere:

  • CARENZA educativa, quando ad esempio a un bambino manca l’affetto,
  • ECCESSO educativo, vale a dire esperienze educative negative, ad esempio, l’ingresso in un gruppo deviante
  • CONFLITTO educativo dovuto al vivere esperienze educative contrastanti, ad esempio gli educatori spingono il disabile e l’autonomia ma la famiglia no

Abbiamo poi interventi RIPARATIVI che mirano a ricostruire equilibri minati o circoscrivere danni già presenti, e interventi di tipo PREVENTIVO orientati cioè a creare le condizioni per cui un certo percorso di sviluppo non incontri ostacoli 21.

Motivi dell’assegnazione di progetti nel sociale a soggetti esterni

Molti progetti nel sociale sono svolti da soggetti esterni (cooperative sociali, associazioni, istituti di ricerca, università), spesso per conto di soggetti pubblici (Unione Europea, ministeri, regioni, ASL, comuni) o privati (fondazioni).

Questi soggetti pubblicano dei bandi chiedendo alle organizzazioni interessate di presentare dei progetti con una serie di caratteristiche prestabilite. Sono ad esempio in genere prestabiliti:

  • il formulario
  • le tipologie dei soggetti che possono concorrere
  • i temi dei progetti
  • le attività possibili o da svolgere (in questo secondo caso le attività sono già delineate, il progetto consiste semplicemente in un appalto sulla base di una convenzione)
  • la durata
  • l’ammontare del finanziamento
  • le voci di costo ammissibili
  • le modalità di gestione e rendicontazione.

L’ampia diffusione di progetti svolti da soggetti esterni non è un elemento positivo; indica spesso la mancanza di professionalità adeguate all’interno della pubblica amministrazione (per mancanza di expertise o di personale) e/o l’incapacità della pubblica amministrazione a mettere a regime determinati servizi, che così vengono svolti in modo episodico (finito il progetto, il servizio non è più disponibile per gli utenti).

Modelli razionali e circolari di progettazione

I modelli razionali di progettazione

I modelli RAZIONALI di progettazione hanno un approccio top down, col rischio di rigidità eccessiva e semplificazione. Sono utili per contesti a bassa complessità, con problemi ben conosciuti, quando tutti i soggetti coinvolti sono in accordo sulle soluzioni possibili. E’ la tipologia richiesta per partecipare ai bandi 30.

Fasi tipiche (in sintesi):

  1. (identificazione dei bisogni) vedi dopo
  2. definizione dell’idea progettuale e della strutturazione delle attività
  3. stesura del progetto: descrizione di work package, cronogramma, budget, risorse coinvolte, strutture coinvolte, partner, tipologia di utenti, Modalità di monitoraggio, modalità di disseminazione, piano di valutazione per ogni work package: risorse coinvolte, output, tempistica
  4. attuazione
  5. verifica dei risultati
  6. rendicontazione 34.

I modelli circolari di progettazione

I modelli CIRCOLARI seguono un paradigma costruttivista e sono adatti a situazioni complesse. Si cerca il punto di incontro fra interessi e prospettive diverse rispetto a una situazione critica. I modelli circolari di progettazione sono utili quando i soggetti coinvolti hanno punti di vista diversi o si affrontano fenomeni nuovi 31. In questo approccio, gli obiettivi del progetto non sono definiti in dettaglio a priori, ma i partecipanti concordano gli obiettivi passo passo, in un processo ciclico che tiene conto dei risultati delle azioni già svolte per  rifocalizzare gli obiettivi.

Un esempio di questa tipologia (per Torre si tratta di una terza via intermedia fra modelli razionali e modelli ricorsivi), sono i modelli di RICERCA AZIONE svolti con la partecipazione attiva di destinatari che hanno responsabilità progettuali. La ricerca azione ha due obiettivi: accrescere la conoscenza di un determinato fenomeno e apportare dei cambiamenti. I progetti di ricerca azione seguono una logica bottom up.  Le fasi della ricerca azione sono le seguenti (C 160):

CREAZIONE DEL GRUPPO DI PROGETTO: i promotori dell’iniziativa (amministrazioni pubbliche e/o enti del terzo settore) cercano di coinvolgere nel gruppo di progetto i diversi attori della comunità quelli che sono interessati alla soluzione di un determinato problema, quelli che già se ne occupano, quelli che hanno maggiore influenza o che possono mettere a disposizione risorse quali ad esempio amministratori, responsabile di servizi, operatori, gruppi di volontariato, personaggi chiave della comunità. In questa fase il gruppo deve porre le basi per lavorare insieme e decide le finalità e le modalità della ricerca.

CONDUZIONE DELLA RICERCA. Nella seconda fase si utilizzano interviste,  questionari o focus group che danno la possibilità di contattare altri membri della comunità per raccogliere informazioni utili, parlare del problema, della possibilità di mobilitarsi, dell’iniziativa in svolgimento. Al termine della ricerca i risultati sono presentati a un gruppo più allargato ad esempio convocando una riunione aperta del consiglio comunale o un’assemblea pubblica. Qui si discuterà dei risultati e si faranno proposte per l’intervento per risolvere o ridurre il problema che costituisce la terza fase.

INTERVENTO: nella terza fase viene progettato, realizzato e valutato un intervento di cambiamento utilizzando le informazioni raccolte e le risorse che via via si sono mobilitate.

Un sottoinsieme dei modelli di ricerca azione è la coprogettazione CAPACITANTE che coinvolge membri di target group svantaggiati 32.

I progetti che seguono un modello circolare o di ricerca azione sono quelli preferiti da accademici e sociologi, ma sono molto più difficili da valutare per l’ente pubblico e da realizzare rispetto a progetti costruiti su modelli razionali di progettazione, perché le attività e i risultati non sono prevedibili in dettaglio in fase di progettazione, e i rischi di fallimento sono maggiori. Questo è il motivo per cui le amministrazioni pubbliche preferiscono progetti costruiti sul modello razionale.

Leone e Prezza distinguono invece fra 34:

  1. approccio razionale, dove gli obiettivi del progetto vengono decisi dal singolo  progettista sulla base dell’esperienza e degli interessi dell’organizzazione di appartenenza
  2. approccio concertativo, dove gli obiettivi e la struttura del progetto viene decisa dai vari soggetti (organizzazioni pubbliche e private) coinvolte nel progetto  PRIMA dell’avvio del progetto
  3. approccio euristico (o della ricerca azione), dove gli obiettivi del progetto sono messi a punto DOPO l’avvio grazie alla collaborazione fra organizzazioni pubbliche e private e esponenti e rappresentanti del gruppo bersaglio.
Master in Orientamento degli adulti
Master in Orientamento degli adulti

L’analisi dei bisogni e del contesto nella progettazione

Sembra ragionevole ipotizzare che un intervento efficace richieda una preliminare e approfondita analisi del contesto in cui il progetto sarà svolto e delle caratteristiche dei beneficiari, e la preliminare costruzione di una rete con tutti i possibili portatori di interesse relativi al progetto (stakeholders), ad esempio associazioni di appartenenti ai gruppi coinvolti nel progetto e organizzazioni pubbliche e privati che già svolgono attività coi gruppi coinvolti.

In realtà nei casi in cui le amministrazioni pubbliche mettono a bando semplicemente uno specifico servizio (ad esempio l’assistenza domiciliare agli anziani di un determinato territorio) l’analisi del territorio e dei bisogni di beneficiari è già stata fatta dall’amministrazione, e ha poco senso ripeterla.

Un altro motivo che spinge a trascurare analisi del territorio e dei bisogni è che queste attività, quando sono svolte prima della presentazione del progetto, non sono rendicontabili (cioè non vengono pagate) anche nel caso in cui il progetto venga approvato.

I bandi che permettono di svolgere una analisi dei bisogni e del contesto dopo l’approvazione del progetto (che prevedono cioè finanziamenti per svolgere anche queste attività) sono una minoranza.

Ad esempio nei progetti Erasmus+ di sviluppo dell’innovazione l’analisi dei bisogni deve essere svolta dal soggetto che presenta il progetto prima della presentazione ed è così a proprie spese.

E ugualmente l’impegno per la costruzione di una rete di portatori di interessi prima della presentazione di un progetto non è finanziabile, perciò viene ridotto al minimo.

Nella mia esperienza nella presentazione di progetti su Erasmus+ di sviluppo dell’innovazione:

  1. i temi dei progetti finanziabili erano già indicati nel bando
  2. l’analisi dei bisogni andava descritta in mezza pagina e veniva così svolta semplicemente cercando informazioni su internet
  3. la rete dei portatori di interesse (che scrivevano lettere di supporto alla candidatura) era costruita facendo ricorso a organizzazioni che facevano già parte della rete dell’organizzazione proponente.

La progettazione come descritta in Torre, che prima della presentazione del progetto prevede l’analisi dettagliata del contesto e dei bisogni del target group sembra piuttosto relativa al processo della ricerca accademica in ambito educativo che alla progettazione nel sociale.

La concessione di finanziamenti tramite bandi è un potente strumento per indirizzare le attività delle organizzazioni del sociale verso le priorità decise dal soggetto finanziatore. Nel caso del bando Erasmus+, i finanziamenti servono a diffondere le priorità in ambito educativo che sono state decise a livello centralizzato europeo. Si tratta così di un processo dall’alto verso il basso opposto a quello dal basso (analisi del contesto locale, analisi dei bisogni dei gruppi bersaglio, individuazione di idee progettuali coerenti con contesto e bisogni locali) descritto da Torre.

Le organizzazioni del sociale finiscono così, nella maggior parte dei casi, per svolgere attività sui temi (delimitati in modo più o meno ampio) decisi dal committente. Questo comporta che una parte dei progetti viene svolta non tanto per soddisfare bisogni sociali individuati dall’organizzazione proponente a cui non viene data risposta, ma semplicemente per fare qualcosa in ambito sociale e ottenere così dei finanziamenti.

Gli unici progetti su cui è possibile partire dal basso sono quelli su cui poi andrà richiesto un finanziamento ad hoc, extra bandi, al committente pubblico o privato. E’ una modalità assai aleatoria, eccetto nel caso in cui esista un consolidato rapporto di fiducia col soggetto finanziatore.

Il ciclo di vita del progetto

Per ciclo di vita si intendono le fasi logiche e temporali di un progetto. Ci sono varie modalità di classificazione. Plebani e Lorenzi identificano 19:

  1. ideazione, dove si mette a punto l’idea progettuale e si fa l’analisi dei bisogni
  2. pianificazione, dove si definiscono il cronogramma, il budget e si scrive il progetto
  3. realizzazione, dove si svolgono le attività
  4. chiusura, dove si rendiconta il progetto, si fa una valutazione finale e poi inserisce anche il follow up.

Io preferisco una suddivisione in:

  1. preliminare, che include ricerca bandi, ideazione e presentazione del progetto
  2. realizzazione, dove si svolgono le attività del progetto approvato. Questa fase prevede all’inizio una prima riunione di partenariato dove vengono nominati i responsabili delle varie attività e costituiti gli organi di gestione, inoltre i partner ricevono un acconto del finanziamento che sarà poi erogati per stadi di avanzamento, sulla base di report periodici preparati dal soggetto coordinatore
  3. rendicontazione e liquidazione finale. Questa fase, nei progetti europei, va svolta entro alcuni mesi dal termine formale del progetto e prevede la realizzazione di un report sulle attività e sulle spese e poi, se il report è approvato, la liquidazione del saldo del finanziamento.

La ricerca di finanziamenti

I progetti possono essere finanziati da benefattori, oppure da fondazioni e soggetti pubblici. Esistono siti specializzati nella segnalazione di bandi di fondazioni e di finanziamenti europei.

Leggendo il bando è necessario capire che tipo di progetti sono finanziabili, l’importo dei finanziamenti, i requisiti richiesti ai soggetti presentatori, i costi finanziabili, la strutturazione del formulario, la documentazione da allegare alla domanda di finanziamento, le scadenze per la presentazione di proposte.

Quando si inizia a progettare, è utile concentrarsi su una sola linea di finanziamento, perché prima di diventare competitivi è necessario di solito presentare più di un progetto. Si impara molto dalle valutazioni ricevute dai progetti, anche da quelli bocciati, ma, appunto, questo richiede di ripresentarne diversi.

E’ utile anche andare a leggere le sintesi dei progetti approvati in precedenza sul bando che ci interessa. Vedi ad esempio il sito che descrive i progetti approvati dal bando Erasmus+ che è il bando europeo più importante per il finanziamento di progetti educativi.

I progetti Erasmus+ devono essere presentati da partenariati internazionali. La cosa migliore per imparare a progettare su Erasmus+ è partecipare come partner a progetti presentati da altri. Per proporsi come partner è possibile utilizzare alcuni siti sviluppati (ad esempio EPALE) da Commissione europea o contattare le organizzazioni che hanno avuto progetti approvati nel sito indicato sopra. Per presentarsi bene è utile avere nel proprio sito una pagina in inglese che presenta la propria organizzazione.

Per una attività di progettazione sistematica è utile mettere a punto una tabella che riporta tutti i parametri più importanti per ogni tipo di bando.

Le tecniche di progettazione

Le tecniche di progettazione principali sono:

  • il PROJECT CYCLE MANAGEMENT PCM, che contiene il Logical Framework Analysis LFA e produce una matrice chiamata logframe)
  • Il GOAL ORIENTED PROJECT PLANNING GOPP, maggiormente partecipativo rispetto al LFA

Per un approfondimento sul PCM vedi il mio articolo Il quadro logico nel project cycle management.

Contrariamente a quello che dice Torre, ottenere finanziamenti di importo significativo su progetti presentati su bandi è necessario che la scrittura dei progetti sia effettuata da una figura specializzata, che è il progettista. Il semplice educatore non ha le conoscenze sufficienti. Per diventare progettisti aiuta aver lavorato in precedenza come educatori e avere una laurea in scienze dell’educazione.

Il livello di dettaglio della progettazione

Il livello di dettaglio della progettazione sarà maggiore quando il progetto serve a ottenere un finanziamento, e il livello di dettaglio sarà maggiore quanto più altro è l’importo del finanziamento richiesto.

La progettazione per progetti autofinanziati sarà minima e ometterà gran parte delle fasi descritte qui di seguito.

Un altro aspetto che vale la pena di evidenziare è che i questionari sono in genere già strutturati per raccogliere tutte le informazioni necessarie al committente per la valutazione, perciò è sufficiente rispondere alle domande.

Infine, gli spazi per le domande sono in genere contingentati, perciò non è possibile scrivere più di tanto.

Poiché non c’è garanzia che il progetto presentato sarà approvato, e tutta la fase di progettazione e scrittura del progetto non viene rimborsata, il progettista cerca di RIDURRE AL MINIMO tutte le fasi come l’analisi dei bisogni preliminare alla presentazione del progetto. Alcuni bandi permettono di svolgere una analisi dei bisogni nella fase iniziale del progetto, altri no.

Il partenariato

Criteri per selezionare e individuare i partner

Ogni progetto europeo è svolto da un partenariato, cioè da persone giuridiche che si impegnano contrattualmente a portare avanti il progetto. Il coinvolgimento di partner stranieri è una condizione per ottenere il finanziamento. I partner ottimali sono soggetti che:

  • hanno facilità di accesso al target group e precedente esperienza nell’attività su quel determinato problema con quel determinato target group
  • hanno precedente esperienza nei progetti europei (anche se alcuni programmi danno un punteggio aggiuntivo a partenariati che includono almeno un soggetto che non ha mai partecipato a progetti europei).

Durante la fase di progettazione, è possibile trovare partner utilizzando i siti messi a punto dalla Commissione (vedi EPALE), altri siti privati e gruppi Facebook che svolgono la stessa funzione oppure contattare soggetti che hanno già avuto progetti approvati.

Nel contattare possibili partner è necessario inviare una breve (molto breve, per evitare che qualcuno la copi) descrizione dell’idea progettuale, del ruolo che vorreste assegnare al partner, e una data ultima per la risposta. Se il partner è interessato, allora è possibile inviare una descrizione un po’ più dettagliata (mai l’intero formulario) e il budget previsto per il partner, oltre a una lettera di adesione che il partner deve restituire firmata.

Il progetto completo sarà inviato, assieme a un vero e proprio contratto che regola i rapporti fra soggetto proponente e partner, solo se il progetto viene approvato.

La collaborazione coi partner durante il progetto

Ogni progetto deve prevedere una struttura formalizzata per la gestione del progetto; in genere:

  • l’organizzazione che presenta il progetto agisce come coordinatore,
  • ogni partner nomina un rappresentante che fa parte di un comitato di gestione del progetto,
  • il coordinatore nomina un responsabile finanziario che si occupa della rendicontazione e dei pagamenti ai partner, un responsabile della disseminazione. In progetti di grandi dimensioni, possono essere costituiti comitati di rendicontazione e di disseminazione.
  • In genere viene nominato anche un valutatore esterno, cioè che non appartiene a nessuna delle organizzazioni partner e si occupa di scrivere dei report periodici di valutazione del progetto, e di proporre soluzioni in caso di difficoltà.
  • ogni partner è responsabile di almeno un WP e ovviamente di tutte le attività che si svolgono nel proprio Paese.

I partner tengono riunioni di progetto a cadenza in genere semestrale, ogni volta in un diverso paese partner.

Oltre ai partner veri e propri, possiamo avere anche soggetti esterni che supportano il progetto. Nella fase di ideazione del progetto soggetti esterni potrebbero partecipare a focus group per delineare le caratteristiche del progetto, e scrivere lettere di sostegno che saranno allegate alla candidatura. Una volta che il progetto è stato approvato, soggetti esterni potrebbero facilitare il reperimento di membri del gruppo bersaglio, rilanciare o partecipare ad attività di pubblicizzazione, fornire locali per lo svolgimento di attività, dare un feedback sui materiali e le tecniche sviluppate, etc.

L’analisi dei bisogni

Il bisogno educativo può essere definito come lo scarto esistente fra una situazione reale e una situazione auspicata 43.

L’analisi dei bisogni è il processo che identifica e descrive in dettaglio un problema di natura educativa su cui si desidera svolgere un progetto.

E’ possibile concentrarsi sul rapporto individuo-organizzazione (approccio SOCIALE all’analisi dei bisogni) oppure sul rapporto formatore-formandi (approccio EDUCATIVO).

Nel mondo reale i problemi vengono scelti sulla base dei temi richiesti nei bandi, chiamati, nel caso di Erasmus+, priorità. Molte organizzazione specializzate in progetti educativi ogni anno presentano progetti mirati alle diverse priorità, indipendentemente dalle loro effettive necessità. Altre cercano di far ricadere nelle priorità progetti di interesse.

Come già detto prima, l’analisi dei bisogni viene ridotta al minimo quando non è possibile inserirla nello svolgimento del progetto. In concreto il progettista cerca su internet pochi dati e informazioni per giustificare, nel poco spazio previsto dal formulario, la necessità di svolgere il progetto.

L’analisi descritta da Torre ricorda piuttosto quella fatta durante progetti di ricerca educativa.

Per individuare i bisogni educativi è possibile utilizzare un APPROCCIO DEDUTTIVO, cioè partire da un quadro teorico di riferimento, col rischio di astrattezza. Oppure è possibile seguire un APPROCCIO INDUTTIVO che richiede però un grande sforzo nella raccolta di dati.

Per una analisi dei bisogni fatta bene è possibile utilizzare le tecniche dell’analisi qualitativa più la raccolta dati. Le tecniche variano a seconda che l’analisi riguardi una singola persona, un gruppo o un territorio. E’ la utile TRIANGOLAZIONE degli STRUMENTI e delle FONTI.

Le fasi dell’analisi dei bisogni possono essere:

  • una preliminare analisi della letteratura sul costrutto oggetto di intervento o sul tipo di intervento
  • e poi raccolta di dati.

I dati possono essere raccolti con strumenti per rilevare dati personali inclusi atteggiamenti:

  • osservazione diretta,
  • colloquio col soggetto o persone significative (Frison cita l’umile ricerca di informazione di Edgar Schein, vedi il mio articolo L’arte di fare domande secondo Edgar H. Schein),
  • focus group
  • questionari e scale,
  • sociogramma,46

E’ possibile inoltre usare fonti secondarie:

  • pagelle (per singolo studente problematico),
  • dati statistici, ad esempio su popolazione
  • mappatura territorio: stakeholders, scuole e altre strutture, associazioni, servizi sociali, etc..

Altre tecniche sono LA MAPPA DEGLI ELEMENTI DA CONOSCERE, L’ALBERO DEI PROBLEMI, LA MAPPA DEGLI STAKEHOLDERS, l’analisi SWOT.

La mappa degli stakeholders può essere una semplice matrice dove sono indicati nome e sede, mission, motivi di interesse per il progetto, possibile coinvolgimento nel progetto.

L’analisi SWOT serve per identificare i punti di forza della situazione, del gruppo o del soggetto e le caratteristiche dell’ambiente, dove le lettere indicano Strenghts, Weaknesses (fattori controllabili), Opportunities, Threats (non controllabili). Sulle varie tecniche, vedi il mio articolo Il quadro logico nel project cycle management.

Per l’analisi dei bisogni formativi Torre distingue fra progetti rivolti a categorie di persone (si raccolgono informazioni dagli stakeholders -aziende, associazioni di categoria, etc.- e da fonti secondarie, es: profili professionali regionali, Atalante lavoro e qualificazioni, ) e per singoli (intervista, bilancio di competenze).

Dai bisogni agli obiettivi

Come descrivere gli obiettivi

Torre classifica I traguardi educativi (cioè gli obiettivi) di un progetto in termini di:

  • FINI: mete ideali, valoriali, indipendenti dal caso singolo: promuovere la piena realizzazione degli individui
  • FINALITÀ: obiettivi che l’organizzazione privilegia, indipendenti dal caso singolo: promuovere l’integrazione dei disabili
  • obiettivi GENERALI: contestualizzati al singolo intervento ma di lungo periodo (es: promuovere l’autonomia di uno specifico soggetto disabile)
  • Obiettivi SPECIFICI: sono gli obiettivi del progetto: interagisce coi pari durante il gioco
  • INDICATORI COMPORTAMENTALI (comportamenti osservabili): si rivolge ai compagni, condivide i giocattoli, etc. 83 Errori possibili: non sono osservabili, si riferiscono a obiettivi di altro tipo, sono le azioni degli operatori e non del soggetto 95.

E’ necessario non confondere obiettivi e attività che il progetto intende realizzare. Ad esempio per aumentare l’interazione coi pari il progetto prevede che un educatore organizzi delle attività ludiche. Organizzare attività ludiche non va indicato fra gli obiettivi del progetto, ma fra le attività.

Leone e Prezza evidenziano (citando un altro autore) che una efficace descrizione degli obiettivi specifici richiede di (94):

  • usare un verbo forte, cioè orientato all’azione: aumentare il livello di autostima è migliore di promuovere l’autostima. 
  • indicare quando possibile valori quantitativi. ad esempio Ridurre gli abbandoni scolastici del 20% è migliore di Ridurre gli abbandoni scolastici
  • specificare un solo effetto finale o risultato per volta. Ad esempio scindere in due Aumentare il numero di siringhe utilizzate e diminuire il passaggio di una stessa siringa fra persone diverse in modo da facilitare la valutazione degli effetti del progetto
  • specificare il tempo ipotizzato per il suo raggiungimento, se nel progetto sono previste varie attività.

Obiettivi generali, specifici e indicatori sono inseriti nella matrice chiamata logframe elaborata grazie al quadro logico (in inglese Logical Framework Approach, LFA), vedi il mio articolo citato sopra.

Gli obiettivi di progetto possono essere individuati grazie all’albero degli obiettivi, descritto sempre nel mio articolo.

Tipi di progetti educativi

  • AGGIUNTIVI, potenziano determinate caratteristiche, ad esempio sostegno e recupero scolastico, bilanci di competenze e disoccupati
  • COMPENSATIVI: contrastano condizioni negative come interventi contro il bullismo
  • SOSTITUTIVI: rispondono ai bisogni del soggetto che non trovano soddisfazione nella vita ordinaria quali ad esempio inserimento in comunità per minori o in affido familiare.

Un’altra distinzione utile è fra progetti di:

  • prevenzione PRIMARIA, cioè prima che si verifichi un determinato problema. Operiamo cioè in un’ottica di prevenzione. Ad esempio un progetto rivolto a tutto il gruppo classe all’inizio dell’anno
  • prevenzione SECONDARIA, cioè non appena un problema si è verificato. Potremmo così intervenire con gli studenti che iniziano a ridurre la frequenza alle lezioni
  • prevenzione TERZIARIA, cioè quando il problema è conclamato. Potremmo intervenire con un progetto rivolto a studenti che non vengono più a scuola, per motivi diversi da malattia, da almeno un mese.

Una ulteriore distinzione utile è fra progetti che coinvolgono direttamente nel progetto i gruppi bersaglio e progetti che sono rivolti a categorie in contatto con il gruppo bersaglio di interesse. Ad esempio per migliorare la collaborazione fra studenti in classe potremo prevedere attività rivolte direttamente agli studenti ma anche attività solo agli insegnanti.

La durata dei progetti educativi

  • a breve termine, come ad esempio sessioni informative
  • a medio termine per acquisizione di competenze
  • a lungo termine accompagnamento di soggetti con cronicità

I mezzi educativi e la tecnica o gli strumenti che vengono utilizzati sono ad esempio oggetti fisici, musica, film, fumetti, role playing, lezione frontale, attività pratiche.

Strutturare gli interventi e scrivere un progetto

Si usano in genere formulari messi a punto dal committente (nel caso di bandi). Altrimenti è possibile usare la tabella del quadro logico (logframe) che fa parte del project cycle management.

Nella stesura del progetto vanno in genere indicati (dipende dalla struttura del formulario, lo spazio per scrivere è contingentato):

  • Partner e stakeholders
  • Stato dell’arte da Wikipedia / su ERIC e simili: revisioni sistematiche / metanalisi /su ricerche quantitative / sintesi di sintesi
  • Risultato analisi dei bisogni o struttura dell’analisi dei bisogni che sdarà fatta durante il progetto
  • Obiettivi generali e specifici
  • Cronogramma fatto utilizzando un diagramma di GANNT
  • WP (azioni) e output di ciascuno
  • Ad esempio, messa a punto materiali / tecnica, loro sperimentazione
  • Impatto atteso del progetto
  • Monitoraggio e valutazione
  • Assicurazione di qualità
  • Disseminazione e valorizzazione
  • Risorse umane e loro impegno orario
  • Risorse materiali (ma non vengono acquistate, solo noleggiate e è complicato, in più spesso si dà per scontato che le organizzazioni già ce l’abbiano)
  • Budget

Disseminazione e valorizzazione

Nei progetti finanziati a livello europeo, è necessario descrivere anche il piano di DISSEMINAZIONE, vale a dire in che modo le attività e i risultati del progetto saranno fatte conoscere a membri dei target group e agli stakeholders. Questo è particolarmente importante in quei progetti che sviluppano nuove metodologie e strumenti di intervento. Il piano di disseminazione deve spiegare in dettaglio:

  • I canali utilizzati per la disseminazione, ad esempio sito di progetto, LinkedIn
  • Le azioni di disseminazione: ad esempio post su social media, newsletter, comunicati stampa
  • Il numero di soggetti informati.

Nei progetti finanziati a livello europeo è inoltre necessario indicare le attività di VALORIZZAZIONE delle tecniche e degli strumenti messi a punto dal progetto. Il piano di valorizzazione indica il numero di appartenenti ai target group che utilizzeranno le tecniche e gli strumenti messi a punto dal progetto e le modalità del loro coinvolgimento, durante e dopo il termine del progetto.

La valutazione dei progetti educativi

In un progetto educativo possono essere valutati molti aspetti diversi. Vediamo l’articolazione della valutazione nelle diverse fasi.

Valutazione prima della presentazione del progetto

Prima della presentazione del progetto viene in genere valutata la rispondenza dell’idea progettuale con le priorità del bando, l’impatto atteso del progetto, la strutturazione logica del progetto, le risorse necessarie e il budget necessario per condurre il progetto, etc.

Valutazione durante lo svolgimento del progetto

Durante lo svolgimento del progetto si valuterà l’andamento del progetto in termini di rispetto del cronogramma, realizzazione dei prodotti e delle attività preventivate, membri del target group coinvolti, risultati ottenuti durante le attività, livello dei costi sostenuti, livello di comunicazione e di armonia fra i partner, soggetti informati sul progetto grazie alle attività di disseminazione, etc.

Le informazioni su queste dimensioni sono raccolte grazie a un processo fatto di rilevazioni periodiche che prende nome di monitoraggio.

Nei progetti di maggiori dimensioni c’è un gruppo di lavoro incaricato della valutazione che raccoglie tutti i dati ritenuti significativi e produce report periodici. Spesso la realizzazione dei report è affidata a un valutatore esterno.

Report periodici sono in genere richiesti anche dai finanziatori. Ad esempio nei progetti di maggiori dimensioni la Commissione Europea suddivide il  finanziamento in acconti condizionati allo stato di avanzamento del progetto.

Valutazione al termine e immediatamente dopo la fine del progetto

Al termine e immediatamente dopo la fine del progetto viene fatta una ricognizione di sintesi di tutti gli aspetti al punto precedente, e una valutazione di impatto, vale a dire quanti membri del gruppo bersaglio sono stati coinvolti nel progetto e in che misura l’obiettivo educativo è stato raggiunto. La valutazione di impatto è fondamentale perché i progetti sono attivati proprio per produrre cambiamenti negli appartenenti al gruppo bersaglio. Su come valutare l’impatto vedi il mio articolo xxxx.

Le attività di valutazione nelle fasi 2 e 3 possono essere descritte in un piano di valutazione.

Possibili criticità della valutazione: cattiva rilevazione dei dati per la rilevazione dei diversi aspetti, indicatori di efficacia assenti o mal formulati.

Gli indicatori

Gli indicatori sono elementi osservabili o calcolabili che danno indicazioni su un determinato fenomeno.

Ad esempio se voglio valutare come si è svolto un determinato progetto, uno degli indicatori che potrò considerare è il rapporto fra il numero dei prodotti e le attività effettivamente realizzati e il numero di quelle previste nel formulario (deliverables). In un progetto ben condotto il rapporto dovrebbe essere 1 (cioè tutti i prodotti e le attività previsti sono  stati realizzati).

Questo è solo un esempio; poi ovviamente in un processo di valutazione reale dovrò identificare anche altri indicatori che mi permettono di capire in che modo e con quali risultati o qualità le diverse attività e prodotti sono stati realizzati.

Per valutare nei vari aspetti l’andamento di un progetto è necessario scegliere indicatori appropriati. Sono indicatori appropriati quelli che sono riferibili direttamente al fenomeno che voglio valutare.

Classificazione delle attività di valutazione

Secondo Torre è possibile classificare le attività di valutazione secondo vari parametri:

  • i FINI della valutazione: COGNITIVO cioè conoscere, OPERATIVO cioè migliorare l’efficienza di un’organizzazione, GESTIONALE cioè come ha funzionato lo sviluppo del progetto, INFORMATIVO per dar conto dei risultati, FORMATIVO e di empowerment per migliorare le capacità dei partecipanti
  • le strategie e le tecniche per la raccolta delle informazioni. I metodi della valutazione sono fondamentalmente quelli delle ricerche educativa basata sui mixed methods. Per la parte qualitativa si utilizzano questionari, focus group, interviste semi strutturate.
  • il ruolo del valutatore
  • il livello di COINVOLGIMENTO degli attori coinvolti 120 che sono fondamentalmente i committenti, le organizzazioni partner, gli operatori, i destinatari degli interventi 135
  • i momenti temporali in cui viene fatta la valutazione e cosa valutare: EX ANTE (valutazione dei bisogni, valutazione di fattibilità, valutazione di correttezza formale nella domanda di finanziamento, ma questi sono esterni al progetto), IN ITINERE (valutazione di processo), EX POST (valutazione di risultato, di impatto, di e costi-efficacia) 133

In tempi recenti la valutazione definita trasformativa pone l’accento sul raggiungimento di trasformazioni che garantiscano l’equità sociale grazie a cambiamenti reali 121; si cerca di raggiungere l’empowerment di tutti gli attivi coinvolti 122.

Un altro approccio è quello del process use, che enfatizza come attraverso il processo di valutazione i partecipanti acquisiscono la capacità di usare strumenti di ricerca, di valutare meglio, e si ottiene inoltre una maggiore collaborazione con tutti gli stakeholders 122.

La valutazione dei progetti presentati su bando

Nella mia esperienza, la valutazione dei progetti presentati su bando, almeno a livello europeo, è assai ondivaga. La stessa soluzione progettuale (ad esempio relativa alla gestione del progetto, alla disseminazione, alla valorizzazione, etc.) può essere valutata in modi assai diversi. Nella mia esperienza, frequentemente i formulari vengono letti troppo velocemente. Per approfondire vedi:

  1. Da ridere / da piangere: lo sciocchezzaio dei valutatori dei progetti europei
  2. Leggi le valutazioni ottenute dai miei progetti
  3. Perché i progetti validi vengono bocciati?
  4. Cos’è l’effetto aureola e in che modo distorce le valutazioni dei progetti europei
  5. Il quadro logico nel project cycle management
  6. A Glossary of main Terms used in European Projects

Vedi tutti gli articoli di Scienze dell’educazione.

Articolo contenuto sul sito www.orientamento.it. Autore Leonardo Evangelista. Leonardo Evangelista si occupa di orientamento dal 1993. Riproduzione riservata. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.